San Camillo Forlanini: botta e risposta tra direttore e camici bianchi
Ha suscitato molte polemiche la lunga intervista che Aldo Morrone, direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, ha concesso a ‘quotidianosanità’, una diffusa pubblicazione on-line. Il direttore evidenzia, in primo luogo, il successo ottenuto riducendo il deficit di 60 milioni: dai precedenti 200 ai circa 135 attuali, mantenendo – a suo avviso – comunque alti i livelli di ‘performance’. Secondo Bruno Schiavo, segretario aziendale di Anaao-Assomed, il sindacato più rappresentativo dei medici “L’analisi degli elementi portanti di questo “miracolo gestionale” desta qualche perplessità. Esempio: una parte rilevante del miglioramento spetta al consistente aumento, di quasi trenta milioni, del contributo regionale. Purtroppo a questo importante aumento di spesa regionale non ha corrisposto un aumento dei volumi prestazionali, globalmente stabili e con qualche caso di calo rilevante quale ad esempio la riduzione del 20-30% dell’attività cardiochirurgica e neurochirurgica. In altre parole il bilancio del San Camillo è migliorato ma i cittadini del Lazio hanno speso di più per avere di meno”. Gli fa eco Francesco Medici, vice presidente del sindacato Fvm e medico di pronto soccorso: “Lavoro presso il pronto soccorso dell’ospedale e voglio citare alcuni episodi esemplificativi. La scorsa settimana un’ambulanza ha portato una paziente a partorire al Sandro Pertini per mancanza di un posto letto. Sulla stessa linea: domenica notte oltre al normale afflusso di pazienti in pronto soccorso abbiamo dovuto assistere per tutta la notte 45 malati. Cittadini stipati in stanze e corridoi in maniera a dir poco promiscua, in attesa di essere ricoverati e senza alcuna possibilità di farlo, visto che financo i corridoi dei reparti erano stracolmi. Tra questi malati quattro, dico quattro avevano avuto un infarto. Eppure le tante denunce fatte dai sindacati (Fvm e Smi, ma non solo) alla amministrazione, ma anche alla Regione che finge di non sapere, per ottenere il reintegro dei dieci, dico dieci medici mancanti in pronto soccorso, non hanno sortito alcun effetto. Abbiamo malati nei corridoi e allo stesso tempo due reparti con letti liberi ma non utilizzabili per mancanza di personale medico ed infermieristico. Negli ultimi 6 mesi abbiamo chiuso un reparto di chirurgia e uno di pneumologia. Proprio così il San Camillo Forlanini che aveva un intero ospedale, il Forlanini appunto, per le malattie respiratorie oggi ha chiuso uno dei tre reparti di eccellenza in questa specialità. Questa estate il personale infermieristico ha chiuso a chiave le stanze di degenza della neurochirurgia onde evitare che i medici potessero ricoveraci pazienti oltre il numero stabilito dalla direzione, vista la riduzione del personale per ferie. Abbiamo i reparti di neurochirurgia e cardiochirurgia che lavorano al 45% delle loro possibilità. Zingaretti lo sa Morrone lo sa, ma sulla stampa dicono che va tutto bene e che … si risparmia senza effetti sulla salute dei cittadini. Non ci sembra”. Sui maggiori finanziamenti regionali torna Bruno Schiavo che chiosa: “Sarebbe stato apprezzabile che questi maggiori introiti fossero stati utilizzati per migliorare in qualità e quantità l’offerta assistenziale e non solo per enfatizzare un successo gestionale poco credibile come conferma il costo medio di un ricovero superiore a 9.000 euro e stabilmente invariato rispetto al 2010. Ricordo che nel 2007 prima della stagione dei tagli il costo medio era di 7500 euro per paziente ricoverato. La “formazione delle badanti” è stato certamente un altro elemento di rilievo nella recente gestione come l’organizzazione di serate cinematografiche, la distribuzione di frutta alla popolazione e la propaganda, nei mercati rionali, a favore della governatrice Polverini: sono tutte attività che non voglio commentare ulteriormente e che avremo sicuramente modo di apprezzare ancora se il Presidente Zingaretti concederà al dottor Morrone la possibilità di proseguire nell’incarico….. ai posteri l’ardua sentenza.