San Camillo: ultimatum Anaao alla direzione

20101007_san-camillo-567x350Proclamato dal sindacato lo stato di agitazione con richieste a garanzia di professionisti e assistiti

Proclamato dall’Anaao, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri, lo stato di agitazione all’ospedale San Camillo di Roma. Neanche la mediazione della Prefettura è servita per arrivare a un “raffreddamento del conflitto” tra camici bianchi e dirigenza aziendale. Nella riunione del 27 luglio, svoltasi a palazzo Valentini, i sanitari hanno fissato alcuni punti irrinunciabili affinché sia consentito il normale svolgimento dell’attività assistenziale e sia rispettata la missione aziendale.

Tra questi, una maggiore dotazione dei posti letto necessari per garantire i “Lea – livelli essenziali di assistenza”, pesantemente ridotti dai tagli lineari della Regione Lazio. Tra le richieste, inoltre, la stabilizzazione del personale precario medico e di assistenza e l’assunzione a tempo indeterminato di figure professionali per garantire il rispetto dei vincoli di orario fissati dalla Unione europea. Per un soffio, grazie alla mediazione del prefetto, si è scongiurato lo sciopero.

La stessa direzione ospedaliera ha riconosciuto la gravità della situazione, determinata in gran parte dalle rigide disposizioni regionali, volte a garantire il ripiano del pesante deficit che affligge l’azienda, circa 158 milioni di euro. Il direttore generale Antonio D’Urso si è impegnato, entro venti giorni, a venire incontro alle richieste sindacali soprattutto per quanto attiene al reperimento di personale, sollecitando il piano di assunzioni stilato dalla direzione sanitaria aziendale e consegnato agli uffici regionali di via Cristoforo Colombo. Subito dopo ferragosto la verifica: se gli impegni assunti non saranno ritenuti sufficienti dalla sigla sindacale, sarà inevitabile l’astensione dalle prestazioni, con la salvaguardia di quelle in emergenza.

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