San Camillo:1 mln di affitto per i locali del Forlanini

Chiusura del Forlanini: fu vero guadagno per la sanità del Lazio? A mano a mano vengono fuori curiosi risvolti. Uno di questi è la determina G13708, un atto della direzione regionale del patrimonio dello scorso 18 novembre, che fa seguito alla delibera della giunta regionale “Atto di concessione contratto a canone ricognitorio” dello scorso mese di ottobre. Depurando dal burocratese, da tali documenti si evince che il San Camillo deve alla Regione Lazio quasi un milione e 200 mila euro per gli spazi utilizzati dentro il dismesso Forlanini a partire dal 2015, anno in cui l’immobile chiuso con una delibera a firma del presidente Nicola Zingaretti è entrato nel possesso della Regione Lazio, con verbale del 6 agosto. I padiglioni interessati sarebbero identificati con le lettere A, C, G, H, S, T, corrispondenti a vari reparti e servizi tra cui la Farmacia, la Medicina nucleare, il magazzino inventario, le facoltà di Scienze infermieristiche e tecniche, gli uffici amministrativi, il servizio cartelle cliniche, il cui canone annuo ammonta a 236.472,55 euro. Una partita di giro, in cui l’ente Regione che finanzia la sanità della sanità è anche creditore mentre l’ospedale San Camillo deve pagare quella Regione che gli ha imposto di rinunciare a spazi di cui in realtà il nosocomio avrebbe bisogno. Bizantinismi tutti italiani, per cui si è ritenuto erroneamente, e i fatti stanno a dimostrarlo, di poter comprimere e ridurre reparti, uffici e servizi, costringendo un grande ospedale con i bilanci già in profondo rosso, a privarsi di ulteriori risorse che, al contrario, sarebbero state preziose se investite in assistenza, specie in un periodo buio come quello che stiamo attraversando per la pandemia. Nella determina, si parla del compendio immobiliare dell’ex ospedale Forlanini quale bene indisponibile “pervenuto in proprietà alla Regione Lazio ai sensi della legge regionale 14 del 2008  di assestamento del bilancio”, un blitz con cui, con il comma 66 dell’articolo 1 si è distrutta una realtà sanitaria come il Forlanini, considerata fondamentale per i cittadini. Stanno a dimostrarlo le 116mila firme raccolte on line per la sua riapertura, tra l’imbarazzo dei vertici regionali e il goffo tentativo di dare un “contentino” alla collettività, cedendo 20mila metri quadrati di due palazzine distaccate dall’edificio monumentale. Sul destino del complesso continuano ad addensarsi ombre: l’ultima proposta lo vedrebbe destinato ai burocrati di Bruxelles quale sede della Agenzia per la ricerca biomedica, un ente in divenire, annunciato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen poco più di un mese fa, di cui non esiste ancora traccia documentale. Più concreto invece il progetto di aprire una sede di rappresentanza Ue in piazza Venezia, quasi 1000 metri quadrati nell’edificio delle Assicurazioni Generali, al costo 900mila euro al mese di affitto, più spese di attivazione per un totale di 21 milioni. Contratto da firmare a gennaio e inaugurazione ad agosto 2022.    

(Nella foto: atrio monumentale del Forlanini)

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