Cresce ancora la sanità del Lazio. Questa volta è di scena il quadrante a nord di Roma, con 77 nuovi posti letto di degenza al San Filippo Neri, ospedale di alta specializzazione nel quartiere Monte Mario, con significativo bacino di utenza, proveniente anche dalla provincia. Un tempo era azienda ospedaliera poi, con l’accorpamento delle Asl del Lazio, sancito con decreto del 30 dicembre 2015 a firma di Nicola Zingaretti, è entrato a far parte della immensa Asl Roma 1 (centro storico e quartieri a Nord di Roma), con declassamento a presidio ospedaliero, tra il disappunto di cittadini e operatori. Ad essere rimessa a nuovo, una parte della storica palazzina B, nell’ala delle specialità di Neurochirurgia, Chirurgia vascolare, Otorinolaringoiatria e Cardiologia, reparti dotati di 19 posti letto per piano e di 20 posti letto di Terapia intensiva. Per la sub Intensiva, con pazienti di complessità intermedia, si deve accedere alla adiacente Palazzina C, anche questa oggetto di restyling. Nato negli anni ’50, l’edificio B da tempo manifestava condizioni strutturali, impiantistiche, di sicurezza antincendio e di infrastruttura tecnologica obsolete. Altrettanto si può dire per le stanze di degenza, prive di servizi secondo una vecchia concezione ospedaliera, che costringeva i degenti a fruire di bagni esterni in comune. Palpabile la soddisfazione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, a cui le nuove opere di ristrutturazione sono state presentate il 9 settembre. “Questa è una bella giornata per il San Filippo Neri e per il Servizio sanitario regionale – ha esordito nella sua visita all’ex sanatorio costruito negli anni Quaranta – abbiamo inaugurato 77 posti letto, recuperati da una diversa organizzazione degli spazi dopo anni e anni di attese. Entro la fine dell’anno arriveremo a un totale di 104 letti, per una spesa complessiva che supera i 5 milioni di euro”. Le degenze sono state ammodernate anche per quanto attiene alla sicurezza dei ricoverati, con particolare attenzione al sistema antincendio. Entro il 30 novembre saranno ultimati i lavori per la nuova sala di diagnostica per immagini dedicata al pronto soccorso, anche questo in attesa di essere sottoposto ad ulteriore ampliamento. “Ciò significa aumentare l’offerta per i pazienti e ridurre i tempi di attesa – ha sottolineato Rocca – il potenziamento dell’ospedale garantirà una migliore qualità dell’assistenza anche in vista dell’imminente impegno giubilare della Capitale, grazie a un nuovo fabbricato che ospiterà il polo radiologico, che accoglierà le nuove attrezzature elettromedicali tra cui una Tac di ultima generazione, le centrali di monitoraggio e la sezione radiologica tradizionale per gli esami del pronto soccorso. Il tutto accompagnato dalla dotazione di nuovi ecografi e  ventilatori polmonari, consentendo la riorganizzazione degli spazi interni del nosocomio secondo moderni criteri di sicurezza”. Le operazioni di recupero degli spazi e dotazione di nuove apparecchiature, si sono rese possibili facendo ricorso ai fondi del decreto-legge 34 del 2020, la cosiddetta rimodulazione delle risorse, più ulteriori fondi aziendali pari a 5,4 milioni di euro in totale. Insieme all’ammodernamento tecnologico, stanno arrivando nuove assunzioni e stabilizzazioni del personale precario, così da consentire una ottimale gestione delle moderne tecnologie. “Un intervento significativo” per il commissario straordinario della Asl Roma 1 Giuseppe Quintavalle, convinto che “utilizzando al meglio le nuove tecnologie, sarà garantita la piena e completa attuazione del diritto alla salute per tutti i cittadini”.

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