San Filippo: terapie interrotte danni alla salute
La notizia, riportata il 20 febbraio sul bollettino ufficiale della Regione Lazio, è passata quasi sotto silenzio ma per molti malati è iniziato il calvario. Sono 100 i pazienti reumatici in cura con farmaci biologici, che fino a qualche giorno fa, potevano ricevere cure e assistenza appropriata presso il reparto di reumatologia dell’ospedale romano San Filippo Neri. I tagli ai servizi non guardano in faccia nessuno così, a causa della chiusura di questo reparto, i pazienti come pacchi postali sono ridotti a girare da una struttura all’altra in cerca di un centro dove proseguire le cure. “Ricordiamo che le terapie biologiche, le uniche in grado di tenere sotto controllo diverse malattie quali l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, la psoriasi e tante altre ancora, non possono essere interrotte” ha dichiarato Antonella Celano, Presidente Apmar, Associazione Persone con Malattie Reumatiche. “Tali cure – prosegue Celano – hanno cadenza periodica e interrompere i cicli di terapia significa consentire la ripresa della malattia e di tutte le sue manifestazioni”. Fra l’altro la cronica congestione delle strutture reumatologiche della Capitale impedisce, di fatto, di trovare immediato rimedio al problema. Per non contare il blocco del CUP – denunciano i pazienti – che non dà disponibilità per la prenotazione di prestazioni reumatologiche che prevedano l’impiego dei farmaci biologici. “Chiediamo alla Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria – chiosa Antonella Celano – di intervenire urgentemente per dare una risposta ai pazienti e garantire la continuità delle cure. Non comprendiamo perché il reparto di Reumatologia del San Filippo Neri possa essere stato chiuso dal momento che è stato il riferimento per oltre 3500 pazienti reumatici oltre ai 100 pazienti con malattie reumatiche autoimmuni e ha sempre operato con piena soddisfazione di coloro che ad esso si sono rivolti”. Sulla vicenda aleggia lo spettro del ridimensionamento dell’ospedale del Trionfale, più volte minacciato più di un anno fa e che sembrava scongiurato dalle parole di Nicola Zingaretti in visita al San Filippo il 9 gennaio 2013, in piena campagna elettorale: “Il San Filippo Neri si può e si deve salvare, cosi come tutta la sanità del Lazio” assicurò allora il presidente. E ancora: “Insieme dobbiamo costruire un modello sanitario che dimostri che ciò è possibile. O scatta questo meccanismo oppure non ne usciremo mai”. A quanto pare il meccanismo non è scattato e si fanno sempre più insistenti le voci di un accorpamento con il non lontano Sant’Andrea.