San Giacomo riapre: chi gioisce chi no
Battisti e D’Amato, dall’opposizione, contestano il piano di Francesco Rocca
La notizia della riapertura del San Giacomo non ha fatto il pieno di consensi. Dal Consiglio regionale della Pisana, tra i banchi dell’opposizione, arrivano voci contrastanti. Se per la capogruppo del Movimento 5 stelle Roberta Della Casa, si tratta di una “Ottima notizia quella della riapertura dell’ospedale San Giacomo chiuso ormai da 15 anni”, non la pensano allo stesso modo gli esponenti del Pd che per anni, nonostante le numerose sentenze a favore della riapertura del nosocomio, si sono ostinati a mantenere l’insostenibile posizione “chiusurista”. Lo rammenta, sempre Della Casa, ricordando nella nota diffusa il 23 giugno, che “tante realtà ne chiedevano la messa in funzione rispetto ad una Regione Lazio sorda e che ha preferito attendere la pronuncia della Corte di Cassazione”. La vicenda si è trascinata per 14 anni, un lungo periodo di battaglie legali, con pronunciamenti del Tar, del Consiglio di Stato, svariati colpi di scena, con al centro sempre la figura di Oliva Salviati – assistita dall’avvocato Isabella Stoppani – indomita erede di Antonio Maria, il cardinale che nel 1593 donò la struttura alla città di Roma vincolandola esclusivamente a scopi assistenziali. In sintesi: contro la chiusura del nosocomio al centro di Roma, decretata il 31 ottobre 2008 dall’allora presidente della giunta di centrosinistra Piero Marrazzo, la terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Michele Corradino, il 7 aprile 2021 si è espressa in modo inequivocabile per il diritto alla salute, posto al di sopra di qualsiasi “discrezionalità amministrativa”, ancorché legata ad esigenze economiche. L’ente presieduto da Nicola Zingaretti non si è dato per vinto e ha adito la Corte di Cassazione – una improponibile azione legale nella Regione con l’Irpef più alta d’Italia – che con sentenza resa nota il 13 febbraio 2023, ha definitivamente spento le speranze di amministratori non proprio in sintonia con la volontà dei cittadini. Così, il presidente Rocca ha annunciato che il San Giacomo diverrà ospedale di comunità e per la capogruppo pentastellata “al centro della città tornerà attivo un presidio sanitario importante. Come Movimento 5 Stelle teniamo alta l’attenzione perché alle parole dovranno seguire i fatti”. Non la pensano così i consiglieri piddini Sara Battisti e Alessio D’Amato, quest’ultimo già assessore alla Sanità della giunta Zingaretti. Per la prima, in “Oltre tre mesi si è assistito al dirottamento di fondi dalla sanità pubblica a quella privata con conseguente taglio dei reparti”. Sulla stessa lunghezza d’onda lo sfidante di Rocca alla presidenza Alessio D’Amato, che ha dichiarato: “Sul San Giacomo attendo di vedere il piano di fattibilità e i costi, prima di esprimere giudizi, ma poiché il decreto del ministero della Salute numero 77 del 2022 (che riorganizza i presidi sul territorio, ndr) prevede al massimo moduli da 40 posti, significa che saranno tagliate almeno 4 strutture in periferia. Una politica in controtendenza rispetto al rafforzamento delle reti di prossimità, lì dove la gente vive”. Gente che per anni è stata privata di ogni servizio, con D’Amato prima alla ‘cabina di regia’ poi in assessorato. (Nella foto: Alessio D’Amato)
La risposta di AdA è poco chiara secondo me. Non si capisce, infatti, come un ospedale di comunità, come annunciato dalla Regione voler proporre per il San Giacomo (e pertanto finanziato con il PNRR, operazione secondo me corretta – che è in realtà una duplice operazione, dato che è anche un recupero del patrimonio pubblico dei beni culturali in aggiunta a quello sanitario), organizzazione se non erro ancora non presente nel Lazio, possa venire sospettata di essere “al posto di” ospedali di prossimità, finanziati dall’SSN: infatti così, è semmai in aggiunta, come dovrebbe essere…