Una manna dal cielo, i fondi del Pnrr ma non per tutti. Nel caso del nido aziendale dell’ospedale San Giovanni, che ospita 37 bambini ed è aperto al territorio – grazie alla convenzione con il Comune di Roma – la notizia non è proprio tranquillizzante. Si tratta di una struttura che da quasi venti anni fornisce un servizio educativo prezioso per i figli dei dipendenti dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata e per i bimbi residenti nel territorio. Con una scarna nota datata 31 gennaio 2025, la direzione amministrativa del nosocomio annuncia alla società Baby & Job, che ha in affidamento la struttura, che l’azienda ospedaliera è “inserita in un programma di finanziamento regionale e nazionale volto all’adeguamento antisismico”. Opere importanti, che riguardano il presidio dell’ospedale Britannico dove è collocato il nido e che fa parte del complesso aziendale del San Giovanni Addolorata, a cui il presidio di via Santo Stefano Rotondo afferisce. La nota precisa che si tratta di interventi che interesseranno “pesantemente la struttura del fabbricato” e che si protrarranno, salvo imprevisti, per tutto il 2027. Ai genitori non si comunica alternativa per sistemare i figli, che potranno essere accolti fino al 31 luglio 2025 senza possibilità, al momento, di altre soluzioni. Immediata la presa di posizione dei sindacati, che intendono tutelare i lavoratori impiegati nella struttura e gli operatori sanitari che senza tale servizio essenziale dovranno affrontare mille difficoltà. Da parte dell’assessorato alla Scuola del Comune di Roma è stata annunciata la massima disponibilità per “individuare una rapida soluzione” mentre l’eco della chiusura arriva anche in Regione Lazio, con varie prese di posizione. In un comunicato del Movimento 5 stelle, i rappresentanti del gruppo alla Pisana chiedono al Comune di Roma, alla Regione Lazio e alla stessa direzione dell’ospedale “di individuare una soluzione concreta che eviti disagi a famiglie e lavoratori”. Sulla stessa linea, la capogruppo M5s al I Municipio di Roma, Federica Festa, che in una nota fa presente che “la sospensione del servizio non può avvenire senza garanzie per le famiglie e per i lavoratori coinvolti. È indispensabile trovare una soluzione – precisa – che permetta di mantenere un servizio essenziale per la comunità” e annuncia la convocazione della commissione municipale competente il 28 febbraio per cercare, insieme ai sindacati, una soluzione e fornire risposte ai lavoratori.

 

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