San Giovanni, microchip contro la cecità
Tornare a vedere la luce, ricominciare a percepire numeri, lettere, parole. Ė il piccolo-grande miracolo sperimentato all’ospedale San Giovanni dalla équipe del dottor Marco Pileri, responsabile della chirurgia vetroretinica dell’azienda ospedaliera romana, affiancato da numerosi ricercatori ed esperti nella specialità, impegnati da tempo nel progetto internazionale PRIMAvera, uno studio clinico multicentrico nella lotta contro la cecità, in particolare quella causata dalla degenerazione maculare legata all’età (Amd) ) di tipo atrofico evoluta allo stadio terminale di atrofia geografica (Ga), studio avviato anche negli Stati Uniti, Francia, Germania e Inghilterra. A giovarsi della innovativa tecnica, prima ad essere applicata in Italia, un paziente affetto da oltre dieci anni da maculopatia senile a carta geografica. L’intervento consiste nell’inserimento di un microchip di minuscole dimensioni (2 x 2 millimetri con spessore di 30 micron) – il cosiddetto impianto di protesi sottoretinica – che capta la luce nell’infrarosso e, generando stimoli elettrici, è in grado di restituire una visione utile nei pazienti affetti dalla degenerazione di cui è responsabile la patologia descritta. Soddisfazione del team di ricerca e del gruppo operatorio, a cui si unisce quella dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato che parla del Lazio quale territorio “all’avanguardia nelle nuove frontiere della medicina” e della sanità regionale come “un’eccellenza e un punto di riferimento grazie agli importanti investimenti che abbiamo avviato attraverso il Pnrr, con la possibilità di effettuare interventi impensabili in precedenza”. Il progetto PRIMAvera, che si svolge in consorzio con il policlinico di Tor Vergata, è fortemente sostenuto dalla direzione aziendale. “La nostra Azienda ospedaliera – ha dichiarato il direttore generale Tiziana Frittelli – ha scelto di investire in innovazione e ricerca per migliorare i servizi e aumentare gli esiti in termini di efficacia. I nostri professionisti inoltre hanno l’opportunità, grazie agli importanti investimenti che la Regione Lazio ha scelto di fare, di utilizzare le migliori attrezzature”. Si pensi che proprio il San Giovanni Addolorata dispone di una apprezzata Banca degli Occhi, grazie all’impegno ultradecennale del direttore Augusto Pocobelli, dotata di due nuovi microscopi operatori: uno dedicato agli interventi di cataratta e del segmento anteriore oculare e l’altro di elevata tecnologia, dotato di Oct (Tomografo a Coerenza Ottica) per la chirurgia della retina e della cornea e sta procedendo all’acquisizione di un nuovo microcheratomo per la preparazione dei tessuti corneali. Risultati importanti, vanto della dirigenza, dei professionisti e dei pazienti per i quali, come sottolineato dal dottor Pileri “Non c’era alcuna possibilità di recupero anche minimo della visione centrale, mentre oggi appare possibile ripristinare una visione utile di numeri e lettere”. (Nella foto: l’ala antica del l’ospedale San Giovanni)