San Giovanni, tour per il Pnrr con sorpresa

Continuano le tappe in tutta la regione, per illustrare quella che dovrebbe essere la sanità futura grazie ai fondi del Pnrr, guerra e tariffe alle stelle permettendo, una insidia che minaccia seriamente la gestione dei nostri ospedali. L’infaticabile assessore Alessio D’Amato, che il 23 marzo sarà nella Asl Roma 6 dei Castelli romani, il pomeriggio del 22 ha presentato le innovazioni previste per l’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata con il Piano di ripresa e resilienza Missione 6 sanità Lazio. Un appuntamento blasonato, considerata la presenza del presidente della Regione Nicola Zingaretti e del ministro della Salute Roberto Speranza. Un evento che ne segue molti altri dello stesso tenore, partiti nel mese di gennaio con le Asl delle province di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo poi Roma 4 e 5, a seguire le aziende sanitarie romane Asl Roma 1, 2, 3. Di fronte a un pubblico di sanitari ed esperti del settore, è stato annunciato un elenco di interventi attesi da tempo, una lunga lista di probabili realizzazioni, tra alte tecnologie, case, ospedali di comunità e centrali operative, con finalità da stabilire attraverso il decreto ministeriale numero 71, predisposto da Speranza, che rappresenta l’ossatura della vagheggiata “nuova fase della sanità” (copyright Zingaretti), con l’auspicio che questa possa vedere la luce prima delle elezioni regionali del 2023. Al San Giovanni però non tutto è filato liscio: un piccolo imprevisto, una sorpresa che nessuno avrebbe ipotizzato ha gettato una piccola ombra sulla celebrazione. Quel “Lazio che parte”, secondo lo slogan impresso sui manifesti, per alcuni cittadini ancora è fermo. Un flash mob con tutti i crismi e tanto di striscioni, organizzato da alcuni rappresentanti del comitato “Forlanini bene comune proprietà pubblica”, ha rammentato al Gotha sanitario presente alla kermesse, che l’ospedale di Monteverde chiuso con decreto di Zingaretti il 30 giugno 2015 è a tutt’oggi in preda all’abbandono e al degrado mentre in giro per il Lazio si magnificano nuove realizzazioni che non contemplano il riutilizzo per la medicina territoriale di strutture chiuse e dall’incerta destinazione. Una presenza tanto opportuna quanto imbarazzante, che ha costretto lo stesso assessore – per anni sprezzante nei confronti di una riapertura dell’ospedale – a rassicurare i cittadini sulle presunte buone intenzioni della Regione sulla sorte dello storico complesso, per cui 118 mila firmatari si sono espressi in tempo di Covid con una petizione lanciata dall’ex primario di Chirurgia toracica Massimo Martelli, chiedendone la riapertura piuttosto che ricorrere a strutture private finanziate con le risorse della comunità.

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2 thoughts on “San Giovanni, tour per il Pnrr con sorpresa

  1. Ha tutta l’aria di una pantomima, un gioco delle parti dove vengono utilizzati fondi pubblici per fini speculativi.
    Prima si abbandonano le strutture sanitarie al degrado, le si chiude trasferendo servizi ai privati a carissimo prezzo. Poi si rilancia con faraoniche costruzioni di nuovi ospedali che durano decenni (la vita elettorale di una classe politica affamata di finanziamenti privati ? della serie “…a pensar male si fa peccato, ma la realtà è quasi sempre peggio ?), per “rilanciare l’edilizia pubblica”.
    Per altro, questi signori mai spendono parola in programmi di prevenzione primaria, educazione sanitaria, consumi responsabili, riduzione dell’inquinamento ambientale (riaprono centrali a carbone !), riuso, riciclo, agricoltura biologica di comunità. Loro sono persone “concrete”, …per il solido cemento armato e acciaio. Vuoi mettere ?

  2. Gentile Antonio,
    sarebbe interessante, da parte dei cittadini, sollecitare un dibattito su un tema tanto scottante. A quanto pare, sembra che sul tema sebbene interessi una grande moltitudine, debba calare un pietoso velo. Grazie per il commento

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