San Raffaele, Fials: “la Regione mandi i vaccini”

San Raffaele Rocca di Papa: è scontro con la Regione Lazio sui vaccini. Ė una vicenda tutta italiana, fatta di burocrazia, autorizzazioni, ricorsi, rigetti e via elencando, di cui fa le spese sempre il soggetto più debole, in questo caso 150 lavoratori. La vicenda è legata al decreto commissariale U00091 dell’8 luglio 2020 firmato dal presidente della Regione Nicola Zingaretti, che ha disposto la revoca dell’accreditamento della struttura San Raffaele di Rocca di Papa per presunte “gravi negligenze e inadempimenti dei protocolli operativi anti-Covid”. La Rsa, nell’estate dello scorso anno fu al centro dell’attenzione a causa di un focolaio da coronavirus che vide 168 positivi, tra pazienti e operatori e 43 decessi. Secondo la Regione Lazio, alla base di tutto ci furono ipotizzate gravi inadempienze e inosservanza delle disposizioni, elementi che condussero alla revoca dell’accreditamento regionale.  Il 20 novembre 2020 un’ordinanza della Terza sezione del Consiglio di Stato ha sospeso l’efficacia del decreto U00091 demandando alla Regione Lazio l’onere di riesaminare entro 30 giorni “la possibilità di riattivare l’accreditamento di San Raffaele Spa in Rocca di Papa, quantomeno per fronteggiare la grave situazione emergenziale in atto”. Quindi un ribaltamento di cui gli uffici di via Cristoforo Colombo non debbono aver tenuto conto se, a tutt’oggi, non hanno previsto la vaccinazione dei dipendenti della struttura, attualmente in piena attività, contrariamente a quanto avvenuto con tutti gli operatori sanitari della Asl Roma 6, nel cui territorio si trova la Rsa. Sulla vicenda è intervenuta la segreteria provinciale romana del sindacato Fials che ha stigmatizzato la decisione. “Sulla mancata tutela del diritto alla salute dei lavoratori del San Raffaele – è scritto in una nota – la Regione Lazio deve dare spiegazioni. Sebbene la revoca dell’accreditamento sia stata sospesa il 20 novembre dal Consiglio di Stato, il direttore generale della Asl Narciso Mostarda lamenta una carenza di dosi in quanto la struttura sarebbe priva dell’autorizzazione regionale. Un errore marchiano”. L’organizzazione sindacale, nell’invocare la convocazione di un tavolo sulla problematica, insiste sulla necessità di fare chiarezza. “Non vorremmo che si creino nuovi focolai sul territorio – è scritto nel comunicato – ci chiediamo il perché di tale discriminazione. La Regione deve rispettare il dettato di legge, non possono esistere sanitari di serie A già vaccinati e quelli di serie B, i dipendenti del San Raffaele, che potrebbero trasmettere il virus anche ai propri familiari e agli stessi pazienti”, conclude la nota.  (nella foto: il San Raffaele dichiarato “zona rossa”)

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