Confrontarsi con tutti, per dimostrare che Fratelli d’Italia è il partito del dialogo. Ė questa una delle massime aspirazioni che si propongono i responsabili dell’organizzazione di Atreju, manifestazione ideata nel 1998 da Giorgia Meloni e arrivata quest’anno alla sedicesima edizione. Nel caso del Servizio sanitario nazionale, tale intento ha preso forma nel corso del confronto “Più investimenti per il riscatto della sanità. La via italiana per la tutela della salute”, che si è svolto il 13 dicembre, nel villaggio allestito in uno dei luoghi simbolo di Roma, il Circo Massimo, in una sala intitolata a Cristoforo Colombo gremitissima, nonostante l’orario inclemente delle 14 e il concomitante sciopero del trasporto pubblico. Presenti il ministro della Salute Orazio Schillaci con il sottosegretario Marcello Gemmato, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e quello della Puglia Michele Emiliano in videocollegamento, con Pietro Senaldi, condirettore di “Libero” come moderatore. Ha fatto gli onori di casa Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali e sanità del Senato, con una introduzione tutta incentrata sull’impegno del governo Meloni per dotare il Servizio sanitario nazionale delle risorse necessarie, che nel 2027 ammonteranno a più di 147 miliardi. Il senatore ha poi evidenziato le storture derivanti dagli inadeguati criteri contabili ancora vigenti nell’Unione europea, la cui ultima revisione risale al lontano 2008 e che condizionano fortemente la spesa per gli investimenti sanitari. Disposizioni che potrebbero ben presto subire una auspicata revisione, grazie alla interlocuzione avviata tra Italia e Ue per il tramite di Raffaele Fitto, fresco di nomina come vicepresidente esecutivo e commissario per la politica regionale e di coesione. Sulla prevenzione e su un rinnovato ruolo dei medici di famiglia – in un Paese in cui la spesa per le cronicità ammonta all’80% delle risorse del Servizio sanitario nazionale – punta il ministro Schillaci, che ha difeso la sanità pubblica e i suoi operatori “parte forte del servizio”, allontanando ogni sospetto su paventate privatizzazioni delle strutture. “Per preservare il sistema universalistico bisogna cambiare paradigma puntando su corretti stili di vita fin dalla giovane età”, ha ribadito il ministro. Non si è fatto attendere un vivace scambio di battute tra il presidente pugliese Emiliano (Pd) e gli esponenti del governo nel corso di un confronto in cui è emersa l’eccellente realtà marchigiana che vede l’Azienda Ospedaliero Universitaria quale miglior ospedale pubblico in Italia, secondo il periodico rapporto Agenas, agenzia per i servizi sanitari regionali. Con sorpresa finale, riferita a quella che potremmo chiamare la pax sanitaria, proprio ad opera dei due pugliesi Emiliano e Gemmato. Nell’intento di aprire una nuova pagina sulla sanità – riformata 46 anni fa, con la legge 833 del ’78, in una società del tutto diversa dall’attuale – il governatore ha lanciato una sfida agli esponenti del governo, stigmatizzando le attuali divisioni, alimentate dalla battaglia politica, proponendo un patto. Si tratterebbe di una sorta di “Piano Marshall”, che veda l’avvio di un dialogo in Conferenza Stato-Regioni, l’organismo di cui Emiliano è vicepresidente e in cui si assumono le determinazioni che attengono ai servizi sanitari territoriali. Una nuova visione di sanità futura da costruire insieme.

Commenti Facebook:

Commenti