“Sanità del Lazio, eccellenza da salvare”
Primario anestesista al Cto, impegnato da anni nella sanità e nel sociale, Pierfrancesco Dauri si candida per La Destra
Dottore, lei ha detto no al taglio dei posti letto in regione. Che modello di sanità propone?
Una vicenda molto amara. Mi sono dimesso, quale delegato del sindaco Gianni Alemanno per i rapporti tra Roma capitale e la Asl Rm A, per denunciare il silenzio assordante della giunta capitolina sull’ inaccettabile piano di riordino della rete ospedaliera laziale emanato dalla presidente Polverini. È mancata totalmente la concertazione tra il governo regionale e quello romano in merito al piano di riordino ospedaliero. C’è stata una passiva accettazione di un piano che ha colpito in maniera importante l’ assistenza sanitaria capitolina, le cui strutture ospedaliere ora si fanno carico della riconversione dei presidi in provincia di Roma.
Quindi nessun ospedale da chiudere mantenendo la situazione attuale…
Una riorganizzazione della Sanità laziale non concertata con le associazioni di categoria, sindacati, operatori del settore, e amministratori locali, un piano calato dall’alto non risponde alle esigenze e alle aspettative dei cittadini di Roma e del Lazio. Anche la circolare emanata dalla Regione con indicazione ai direttori generali per tagli del 15%, fa passare sotto traccia quei tagli che avrebbero dovuto rimodulare l’offerta e razionalizzare le prestazioni erogate ma invece, per tutti i cittadini, sono solo tagli indiscriminati alla salute.
Come riparare?
Se il prossimo presidente della Regione sarà Francesco Storace non verrà chiuso alcun ospedale. Sarà necessario rimodulare l’assetto dei presidi ospedalieri alla luce di un’organizzazione che comprenda anche un concreto piano di offerta territoriale. Bisogna mettere in piedi un’impalcatura di riforma strutturale della sanità regionale che restituisca al Lazio il ruolo di eccellenza italiano che gli spetta. Occorre anche un concreto piano di offerta territoriale unito a un modello di riforma e integrazione socio-sanitaria per il Lazio.
Tra queste eccellenze spicca il Cto di Roma, minacciato di chiusura. Un’idea per salvarlo
Per il Cto Alesini urge un progetto complessivo per dare risposte al bisogno dell’ortoneurotraumatologia ospedaliera e ambulatoriale che il Lazio, se non sarà avviata la ristrutturazione del polo mono specialistico potrebbe perdere per sempre. La realizzazione di questo progetto sta nella riapertura della trattativa con l’Inail, disponibile a riprendere le redini del nosocomio anche come centro di ricerca clinica.