SANITA’ DEL LAZIO: “SERVE UN PIANO MARSHALL PER SALVARLA”. DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE
Un Consiglio regionale straordinario sulla sanità del Lazio, chiesto dalle opposizioni, dopo l’annuncio del presidente Nicola Zingaretti dell’uscita dal commissariamento. L’assise, riunita il 4 febbraio scorso, dopo la relazione dell’assessore alla integrazione sociosanitaria Alessio D’amato, ha visto l’intervento di 12 consiglieri di opposizione e 2 di maggioranza. Dai primi è arrivato il grido d’allarme per una sanità che non risponderebbe alle esigenze dei cittadini, da salvare con un piano straordinario. Ai lavori non era presente Zingaretti, commissario per il rientro dal deficit.
I COMPLESSI PASSAGGI NEI TAVOLI TECNICI DEI MINISTERI E IN CONFERENZA STATO-REGIONI
La riunione della Pisana si è aperta sotto i migliori auspici per il governo regionale. Freschi di annuncio di uscita dal commissariamento – in attesa della ratifica di palazzo Chigi – gratificati dal risultato ottenuto dall’Istituto Spallanzani che insieme al Pasteur in Francia, a laboratori cinesi, australiani e statunitensi ha isolato il coronavirus, Zingaretti e l’assessore alla integrazione sociosanitaria Alessio D’Amato disponevano di sostanziosi argomenti da opporre alle criticità lamentate. La partita però è finita con un pareggio. Molto ha pesato l’assenza del governatore, impegnato in altra sede e i cahiers de doleancés sono ancora pieni di annotazioni. Dopo i ringraziamenti di rito all’indirizzo di medici e ricercatori impegnati nell’assistenza ai due cinesi contagiati, D’Amato ha esordito illustrando i passaggi effettuati presso la struttura tecnica denominata Stem, di cui fanno parte rappresentanti del ministero dell’Economia, della Salute, le Regioni e il dipartimento Affari regionali della presidenza del Consiglio. In tale sede la Regione Lazio ha presentato un piano di riqualificazione del servizio sanitario, il “Programma operativo 2019-2021”, che in una settimana i tecnici hanno esaminato, per poi esprimere parere favorevole sugli obiettivi di programmazione indicati nel documento. Poi il passaggio nella Conferenza Stato-Regioni. Un nulla osta sulla fiducia e un riconoscimento al lavoro svolto dal 2013, anno di insediamento della giunta Zingaretti. Dopo 11 anni e sette mesi, dovrebbe cessare il controllo stringente sui conti da parte dell’organismo tecnico e il Consiglio potrebbe riprendere la sua funzione legislativa in materia sanitaria, in luogo dei decreti commissariali. Un risultato atteso, dovuto al segno positivo del consuntivo validato dalla Ragioneria generale dello Stato, che ha certificato un attivo di 6,4 milioni che dovrebbero essere reinvestiti nel settore.
LAVORO E NUMERI DELLA GIUNTA ZINGARETTI SECONDO ALESSIO D’AMATO E RODOLFO LENA (PD)
La sintesi degli obiettivi indicati nei programmi operativi 2019-2021, secondo l’assessore D’Amato, si sostanzia “in tre grandi ambiti di intervento: la prevenzione attiva, i bisogni del paziente acuto e quelli del paziente cronico”. Il tutto basato sul potenziamento delle reti territoriali rivolte a pazienti fragili e cronici, con il potenziamento dei distretti sanitari, delle Case della salute, dell’assistenza domiciliare. Per i servizi territoriali si prevedono risorse pari a 146,4 milioni nel prossimo biennio; 24,7 sono invece i milioni previsti per la telemedicina e l’innovazione tecnologica mentre per il personale, uno dei punti di maggior criticità, saranno investiti 77,8 milioni. Il piatto forte è riservato all’edilizia sanitaria e all’ammodernamento tecnologico. Investimenti rilevanti, per 2 miliardi di euro, dovrebbero favorire la realizzazione di ben 5 ospedali: quello del Golfo nel pontino, quello da ricostruire ad Amatrice, due nuovi nosocomi a Rieti e Latina, poi sulla Tiburtina tra Tivoli e Guidonia. Un progetto ambizioso, considerato che – commissariamento superato a parte – la Regione non è ancora uscita dal piano di rientro, che graverà ancora per due anni sulle casse della Pisana, consentendo soltanto l’ordinaria amministrazione. Di sicuro, per gli ospedali Pertini e Grassi, rispettivamente con 25 e 51 milioni già stanziati, si procederà a una ristrutturazione e messa in sicurezza. Per quanto attiene all’avvicendamento del personale, nel 2019 per la prima volta dopo anni c’è un saldo positivo con 2.869 contratti a tempo indeterminato contro 2.453 rapporti di lavoro cessati, molti di questi sono precari stabilizzati. Novità rilevanti anche per la gestione delle aziende sanitarie: in gestazione c’è la cosiddetta “Azienda Lazio 0”, una struttura sovraordinata con l’accorpamento di servizi e uffici e un presunto risparmio di 43 milioni. Di “percorso virtuoso intrapreso dall’amministrazione Zingaretti” ha parlato Rodolfo Lena, membro della commissione regionale Sanità e Politiche sociali. “Si è partiti con un deficit di 1,7 miliardi all’inizio del commissariamento, al nostro arrivo nel 2013 eravamo a 700 milioni e ora abbiamo azzerato il disavanzo. Abbiamo aumentato il punteggio dei livelli essenziali di assistenza, arrivati a 190 da 152 che abbiamo trovato, abbiamo stabilizzato 2000 operatori precari, garantito pagamenti ai fornitori entro i 90 giorni, favorito il rinnovo degli atti aziendali (regolamenti interni delle Asl) ogni anno, potenziato del 20 per cento i programmi di screening. “E ora ci attendono altre sfide – chiosa l’esponente del Pd – prima fra tutte l’integrazione tra ospedale e territorio”.
1 – continua