Sanità e corruzione: basta con l’impunità
Il recente rapporto della Corte dei Conti del Lazio mette bene in evidenza in modo impietoso, come l’aumento dell’Irpef e dell’Irap per i cittadini della Regione Lazio sia la conseguenza di una politica sanitaria in cui l’interesse privato ha assunto caratteri truffaldini.
Dati alla mano, la Corte dei Conti dimostra come nel settore Sanità si siano scatenati truffe, ruberie, sprechi, allegre gestioni di fondi. Tra il 2001 e il 2008 il debito ha raggiunto la cifra record di 11 miliardi di euro, tra la noncuranza di amministratori, enti di controllo, direttori generali e assessorati alla Sanità.
Chi pagherà tutto questo? I malati indifesi che si vedono ridurre i servizi, i posti letto negli ospedali, le esenzioni sui farmaci, in nome della presunta opera di risanamento di bilancio necessaria, anche se tardiva?
Afferma il rapporto della magistratura contabile: la natura pubblica degli interessi protetti dovrebbe indurre alla costruzione di un rigoroso accertamento degli illeciti e di ripristino delle risorse compromesse.
Ai salvacondotti per corrotti e truffatori che hanno messo le mani nella Sanità pubblica – facendo pagare lo scotto ai cittadini – dovrebbero sussistere contrappesi perché ciò che è avvenuto non abbia a ripetersi per gli anni a venire.