Sanità e territorio: un nuovo team e un archivio digitale

Sanità territoriale, un servizio da ridisegnare completamente. Ė questo l’annuncio che il presidente Nicola Zingaretti lancia in una intervista al Messaggero di alcuni giorni fa, con una pirotecnica girandola di numeri: 60 case di comunità a Roma, 56 in provincia più 10 ospedali di comunità nella capitale e altri 16 nella città metropolitana, i cui compiti saranno definiti in corso di realizzazione. Un programma consolante, se si pensa alla desertificazione dei servizi che le aree urbane e suburbane hanno subito negli anni, a cominciare dai 16 ospedali chiusi nell’ultimo decennio, con 3600 posti letto cancellati. Per supportare tale ambizioso piano e far si che lo stesso non finisca per assumere i contorni dell’altrettanto ambito progetto di 48 case della salute in tutte le aree del Lazio – una per ogni distretto sanitario – di cui a tutt’oggi se ne contano soltanto 22, gli uffici regionali si stanno attrezzando e mettono a punto strategie a supporto della edilizia sanitaria e della “messa in rete” dei presidi. Nel primo caso, con il decreto T00013 del 4 febbraio 2022, a firma dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, è scritto nell’atto che “alla luce dei finanziamenti del Pnrr, in particolare quelli afferenti alla Missione 6C1 ‘Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale’ e alla Missione 6C2 ‘Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale’, occorre ridisegnare la composizione del costituendo ‘Nucleo di valutazione regionale per l’esame dei progetti di edilizia e tecnologia sanitaria’ rispetto a quella originariamente prevista”. Ė stata approvata così la nuova composizione dell’organismo, individuando professionalità interne alla Regione Lazio, con curricula rispondenti alle esigenze, senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione in quanto al team non verrà corrisposto alcun emolumento. Un gruppo di undici esperti, tra architetti, ingegneri, informatici, dirigenti dei servizi sanitari interni agli uffici regionali e dipendenti Asl, coordinati da Massimo Annicchiarico – direttore Salute e integrazione sociosanitaria Regione Lazio – che potranno avvalersi, all’occorrenza, dell’ausilio di un esperto giuridico, nei due anni di durata del mandato. Per quanto attiene alla ottimizzazione delle funzioni dei presidi, con la determinazione G16144 del 22 dicembre 2021 la direzione “Inclusione sociale”, sperimenta l’attivazione del sistema informativo Assa – anagrafe delle strutture socio assistenziali che andrà a supportare i distretti sociosanitari delle asl regionali, con un controllo minuzioso di tutte le procedure di accreditamento e di eventuale revoca dello stesso, grazie a un controllo costante e obiettivo sul mantenimento degli standard dei presidi. Attraverso il nuovo sistema, ci sarà l’adozione di “un linguaggio comune per gli operatori, finalizzato a facilitare l’identificazione dei livelli essenziali di assistenza sociale e rendere possibile il confronto su voci omogenee”. Nessuna anomalia quindi, sul nomenclatore dei servizi e sugli interventi delle strutture socioassistenziali residenziali e semiresidenziali della Regione Lazio. Si tratta della creazione di veri e propri archivi digitalizzati e di applicazioni che raccolgono, elaborano e gestiscono i dati relativi all’offerta, agli utenti, al livello di prestazioni attese ed erogate. Un sistema informativo che sarà a disposizione dei distretti sociosanitari delle Asl e dei relativi comuni. (Nella foto: Massimo Annicchiarico, direzione Salute e integrazione sociosanitaria Regione Lazio)

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