Sanità e violenza: dopo le botte, l’incendio
Asl Roma 6, ferita una dottoressa a Frascati, Asl di Latina incendiate due Fiat Panda
Non solo aggressioni verbali, fisiche, distruzione di macchinari. Alla sanità sotto attacco, oltre ai danni alle persone, si aggiunge l’incendio doloso delle vetture della Asl deputate alle ispezioni. Ha ancora una ferita sul labbro Sabrina – la chiameremo così – medico 48enne dell’ospedale di Frascati ma non si sposta dal servizio. Così come non ha abbandonato la sua postazione in pronto soccorso la scorsa notte, quando un uomo non identificato, in attesa di essere visitato, all’improvviso ha dato in escandescenze scagliandosi sulla dottoressa e su alcuni macchinari. Sono intervenuti prontamente i Carabinieri della Compagnia di Frascati che hanno arrestato lo straniero, al momento privo di documenti, che ha provocato alla professionista ferite guaribili in dieci giorni. Immediata la solidarietà del direttore sanitario della Asl Roma 6 Vincenzo La Regina, che ha sottolineato il “senso del dovere del medico, che ha portato a termine il suo turno di servizio, garantendo assistenza ai pazienti. Un esempio encomiabile di dedizione professionale”. Ulteriore sdegno, ha suscitato un altro episodio, che va ad aggiungersi alla lista delle aggressioni subite da medici e infermieri nel Lazio. Poco dopo l’episodio di violenza di Frascati, un altro triste evento nei confronti della sanità pubblica ha preso forma nella Asl di Latina, con l’incendio di due Fiat Panda di proprietà dell’azienda, utilizzate dal dipartimento di Prevenzione per le ispezioni a tutela della sanità pubblica. Il rogo, che dalle prime indagini sembrerebbe di natura dolosa, è stato domato dai vigili del fuoco nel parcheggio della Asl, vicino al centro commerciale “Latina Fiori”. Sull’episodio è intervenuto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che, esprimendo parole di condanna verso l’atto di intimidazione, ha manifestato la più completa solidarietà di tutta la giunta della Regione Lazio per quello che ha definito “un atto ignobile che offende e ferisce un’intera comunità, cui sono stati sottratti due mezzi indispensabili al servizio di ispezione sul territorio”. Colpire i sanitari e le strutture dei presidi pubblici non è solo un vile attacco alla comunità ma al diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, quindi, è un delitto contro i principi fondanti della nostra Carta.