Una stretta inevitabile, attesa dal mondo sanitario e da larga parte dell’opinione pubblica, che non si riconosce in chi pratica sistematica violenza nei confronti di chi assiste e cura. Il via libera del Consiglio dei ministri al decreto contro le aggressioni al personale sanitario raccoglie più consensi che critiche. “Un cambio di passo effettivo” commenta Giovanni Migliore, presidente della  Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). Pieno consenso quindi, di tutto il mondo manageriale, per il provvedimento licenziato il 27 settembre dal governo Meloni e invocato da tempo con cui, secondo Migliore “si assiste a un cambio di paradigma per una maggiore prevenzione e tutela di chi lavora per il bene collettivo della salute. Passa un messaggio chiaro – spiega il presidente – chi rompe paga, chi aggredisce viene punito anche in differita, con pena più pesante se si agisce in gruppo”. In realtà, da tempo nelle strutture sanitarie si sta provvedendo al rafforzamento della sicurezza: in sette strutture su dieci, secondo i dati della Fiaso, è già operativo personale di sorveglianza coadiuvato da sistemi elettronici di telecamere e in oltre metà dei pronti soccorsi italiani sono presenti presidi fissi di Polizia. Ora si tratta di rendere operative le disposizioni volute dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che sostiene comunque l’importanza di avviare contestualmente campagne di comunicazione per sensibilizzare i cittadini contro i comportamenti aggressivi. Analoga soddisfazione è espressa dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. “Ė una risposta importante quella del governo” commenta il presidente Filippo Anelli, che sostiene l’urgenza di attivare opportuni sistemi di controllo, compito a cui sta lavorando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha allertato questori e prefetti affinché entro breve le strutture sanitarie siano predisposte per prevenire e bloccare la violenza sul nascere. “Sulle aggressioni ai medici e agli operatori sanitari il giro di vite era assolutamente necessario e doveroso – commenta Luciano Ciocchetti, vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati – con l’approvazione del decreto raccogliamo il grido d’allarme lanciato dal mondo sanitario  sempre più oggetto di maltrattamenti da parte di pazienti e familiari”. Una tutela in più per i professionisti della sanità, il cui delicato lavoro non può essere costantemente messo a rischio.

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