Elezioni politiche del 25 settembre i partiti, stretti tra i costi dell’energia e il Paese in ginocchio, pressati dagli equilibri internazionali e la minaccia nucleare, interessati più a demolire l’avversario che a discutere di programmi, sembrano aver relegato la sanità a elemento marginale, sebbene sia uno degli argomenti che più interessano gli italiani. Anche in Parlamento, con la riduzione del   numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, il capitolo sanità rischia di essere trascurato; proprio in Senato sarà azzerata la XII commissione Igiene e sanità, le cui competenze saranno assorbite nella commissione Affari sociali, insieme ai temi del lavoro pubblico e privato e della previdenza sociale. Un accorpamento che rischia di avere nefaste conseguenze per la salute dei cittadini, specie se si considera la possibilità che passi l’autonomia differenziata, con maggiori poteri alle regioni, specie nel settore sanitario. Questo non ha impedito a partiti e coalizioni di formulare le linee essenziali sulle politiche della salute, con molte analogie e qualche distinguo che proviamo a riassumere, elencando i punti essenziali. Azione e Italia Viva, in analogia con il Movimento 5 Stelle, sostiene per la sanità il ritorno di maggiori poteri allo Stato centrale rispetto alle regioni; come il M5s reclama maggiori incentivi per chi lavora in pronto soccorso e l’accessibilità a terapie innovative richiesta anche dai pentastellati. Indica poi ulteriori priorità che accomunano il suo programma a quello del Partito democratico, nell’ordine: l’aggiornamento dei piani pandemici e del piano sanitario nazionale, l’abbattimento delle liste di attesa, previsto anche dalla coalizione di centrodestra come l’educazione sanitaria e la revisione delle scuole di specializzazione. Come il Pd chiede l’aumento del Fondo sanitario nazionale e l’uso dei fondi europei e del Mes per il settore. Altri punti in scaletta la digitalizzazione, il fascicolo sanitario elettronico e la farmacia dei servizi. Centrodestra: per la coalizione – oltre ai programmi dei singoli partiti – si deve sviluppare la medicina territoriale e incrementare l’organico dei sanitari. Ulteriore distinguo dagli altri raggruppamenti, l’aumento delle fasce di popolazione esenti dal ticket, la revisione del piano oncologico nazionale e il capitolo vaccini, che tante polemiche ha suscitato tra le forze politiche. Nel rispetto dei precetti costituzionali, il centrodestra garantirà la tutela dei diritti e della volontà dei cittadini, sia in caso di scelta sulla vaccinazione, che per quanto attiene alla tutela delle persone danneggiate dalla somministrazione dei farmaci anti Covid. Per il Movimento 5 Stelle la priorità riguarda la cessazione delle nomine politiche in sanità e l’aumento delle retribuzioni ai dipendenti, insieme ai maggiori poteri statali, alle terapie innovative e a una maggiore attenzione alla gestione della medicina di emergenza, vero vulnus dei nostri ospedali. Il Partito democratico condivide con il centrodestra il potenziamento della medicina territoriale, con Azione e Italia Viva i piani pandemici e il piano sanitario aggiornati, lo stop alle liste di attesa, una maggiore dotazione del Fondo sanitario, la digitalizzazione, il fascicolo elettronico, la farmacia dei servizi. Ulteriori obiettivi, che differenziano i democratici dagli altri schieramenti, la revisione della governance del farmaco e la tutela della salute mentale, altra spina nel fianco di chi ha gestito la sanità in questi anni. Per Unione Popolare, movimento che con Luigi De Magistris ha coalizzato i partiti della sinistra, occorre investire nella sanità pubblica, non tagliarla, assicurandone l’universalità, la gratuità e laicità, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, “garantendo un diritto fondamentale quale la Salute di tutti”. Dietro i programmi e le enunciazioni di principio, rimane un nodo di fondo sui veri obiettivi della politica nei confronti della sanità e in molti si chiedono se la tutela della salute – indipendentemente dallo schieramento che risulterà vincente il 25 settembre – continuerà a essere un diritto fondamentale o un settore da governare con criteri ragionieristici.

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