I veri conti della sanità. Da giorni la polemica politica sta avendo il sopravvento sulla realtà ma da fonti attendibili – una ricerca condotta da Fiaso, Federazione aziende sanitarie e ospedaliere – si comprende il vero contenuto delle misure della legge di bilancio presentata in Consiglio dei ministri. Le restrizioni al fondo sanitario iniziano in realtà nel 2011, con il governo Monti, a causa degli impegni assunti con l’Europa e la politica di austerità propugnata dal bocconiano ex commissario europeo. Non cambia l’andamento della dotazione sanitaria negli anni successivi, sempre in decremento con i governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, tranne la drammatica eccezione del Conte 2 in cui la pandemia stravolse tutte le previsioni, con un sostanzioso incremento delle risorse per combattere il morbo. E oggi, le nuove previsioni vedono un incremento di risorse diluito nel tempo, con poco più di 134 miliardi per il 2024 mentre nel 2025 si arriverà a 136,5 miliardi per arrivare a 140 nel 2026. In sintesi, i 6 miliardi in più che il governo investe in sanità. Una previsione che ha incontrato un immediato sbarramento da parte dei sindacati medici, che ritengono insufficiente tale dotazione. Non la pensa così il presidente Fiaso Giovanni Migliore, che in una nota scrive: “le misure per la sanità in legge di bilancio, presentate in Consiglio dei ministri, soddisfano le aspettative delle aziende sanitarie, perché restituiscono centralità al tema del personale e introducono strumenti innovativi e concreti per rendere più attrattivo il lavoro nella sanità pubblica. Siamo stati ascoltati: dal reclutamento alla retribuzione, ma anche per il rilancio di alcune specializzazioni mediche di cui c’è grande bisogno iniziando da anestesisti, medici dell’emergenza-urgenza, infettivologi”. Un assist importante per la compagine governativa, che sulla sanità incontra la maggior ostilità da parte delle opposizioni. “Accogliamo con particolare soddisfazione l’apertura sulla nostra proposta di adozione di una flat tax per l’indennità di specificità medica – continua il presidente – che aumenta così le retribuzioni dei professionisti. Segnali positivi per la sanità pubblica che vanno inseriti nel quadro generale di complessità politico-economica e di rigore sui conti pubblici del nostro Paese”. Un appoggio importante, che non elimina però la complessità dei problemi del settore, che sconta il taglio di ben 37 miliardi, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2019. (Nella foto: il grafico pubblicato da Fiaso)

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