Servizio sanitario presidio insostituibile. Questa la sintesi del discorso di fine anno, in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha toccato, tra gli altri, i temi sanitari e della ricerca scientifica. Il capo dello Stato ha sottolineato l’insostituibilità della sanità pubblica, non dimenticando la centralità della persona e ribadendo l’intento di umanizzare l’assistenza, rispondendo ai bisogni concreti nel territorio di residenza. Tutti sappiamo quanto gravino sulle regioni i costi per la mobilità passiva per cui, specie dal Sud, molti sono costretti a emigrare per ricevere prestazioni in regione diversa da quella in cui si vive e tale tema è avvertito in particolare dai pazienti oncologici, che spesso pagano in prima persona l’offerta insufficiente di cure in alcune regioni italiane. Proprio dai reparti di oncologia italiani, arriva una iniziativa tesa a valorizzare, divulgare e a fare tesoro delle parole del presidente Mattarella. Dai primi giorni di gennaio, su iniziativa del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo), si è deciso di esporre all’ingresso di tutte le unità operative di Oncologia il testo di uno dei passaggi cruciali del discorso di Mattarella: “Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive”, è il brano portato a conoscenza dei cittadini che si recano nei reparti oncologici. Una iniziativa forte, di impatto e visibilità, accompagnata da una lettera di ringraziamento dei primari al Capo dello Stato firmata dal presidente Cipomo Luigi Cavanna (nella foto), dai consiglieri dell’organo direttivo e dai coordinatori delle 20 regioni italiane, in cui si esprime gratitudine per aver richiamato il “Sistema sanitario e i suoi principi fondativi di universalità, uguaglianza ed equità, che rappresenta presidio di unità, in grado di contribuire a edificare una società giusta e solidale, rispettosa della dignità della persona e di ogni suo diritto”. La nota si conclude con un forte appello alle “istituzioni politiche sanitarie” affinché, attraverso la programmazione “rimuovano ostacoli, resistenze e divari territoriali di vario genere” facendosi “custodi e garanti di un sistema sanitario realmente a misura di ammalato”. Una manifestazione, questa del brano affisso all’ingresso dei reparti, di quella rara e impareggiabile sintonia tra cittadino e istituzioni e, in questo caso tra forze vive della società quali i professionisti sanitari e i pazienti più fragili, resi più forti dalla vicinanza con la massima carica dello Stato.

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