Per la sanità del Lazio sembra iniziata la serie positiva. Ė stata approvata nel pomeriggio del 10 ottobre la delibera di giunta, relativa al piano di abbattimento delle liste di attesa, grazie allo stanziamento di 17 milioni, che si concretizzerà in, primo luogo, nell’autorizzare le prestazioni aggiuntive dei sanitari, atte a garantire l’accesso degli assistiti alle cure entro i tempi previsti dalla normativa. La casistica è ben nota, ed è riferita alle sigle che sono riportate sulle prescrizioni: prestazioni urgenti (da effettuare entro 72 ore), brevi (da garantire entro 10 giorni), differite (da erogare entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli accertamenti specialistici) e programmabili (da assicurare entro 120 giorni). Ulteriori possibilità per favorire l’accesso in tempi ragionevoli sono legate alle prestazioni in regime di attività libero-professionale intramuraria, in via subordinata e infine, sarà possibile il ricorso al privato accreditato. Il tutto legato a un piano stilato dalle aziende sanitarie e ospedaliere della Regione, entro 20 giorni dalla approvazione del provvedimento, con ulteriori 60 giorni a disposizione per organizzare le strutture affinché siano in grado di fornire le prestazioni richieste nei tempi previsti. Una piccola rivoluzione, legata agli inaspettati e positivi risultati ottenuti grazie a un cambio di passo nella amministrazione finanziaria. Risale al 3 ottobre l’annuncio, da parte del presidente Francesco Rocca, della riduzione del disavanzo, che nel 2022 è stato ricondotto a 129 milioni, consentendo di chiudere il 2023 con 32 milioni di utile. E non è l’unica buona notizia, per quanto attiene alle finanze regionali. Grazie a una poderosa azione per rimettere in ordine i conti, si è reso possibile lo svincolo di risorse per 134 milioni di euro, 43 milioni del 2022 e 91 milioni di euro del 2023, immediatamente disponibili. Una boccata d’ossigeno per le casse del Lazio e la concreta speranza di vedere la luce in fondo al tunnel, con la possibilità di uscire dal piano di rientro nel 2026, dicendo addio alle imposte più alte d’Italia che da anni gravano su imprese e cittadini. I dati analitici sono stati forniti dall’assessore al Bilancio Giancarlo Righini, nella conferenza del 3 ottobre. “Siamo partiti a marzo del 2023 – ha esordito – con oltre 300 milioni di disavanzo complessivo, ma pian piano abbiamo iniziato a raggiungere risultati importanti, grazie a una attività di ricognizione e razionalizzazione, che ci ha consentito di tagliare le spese improduttive, puntando su quelle che, come amministrazione reputiamo ‘buone’ perché tradotte in servizi ai cittadini”. Una inversione di rotta che vede la comprensibile soddisfazione del presidente Rocca. “Stiamo cambiando il volto del nostro servizio sanitario regionale, restituendo dignità e orgoglio tanto agli operatori quanto ai cittadini del Lazio – ha dichiarato – grazie a un lavoro di pianificazione strategica senza precedenti, territorio per territorio, che ci sta portando a una gestione pienamente virtuosa ed efficiente, che si traduce in giustizia e qualità della vita dei pazienti”. Un percorso che il presidente aveva annunciato all’atto del suo insediamento, nel discorso programmatico e che, dopo il necessario rodaggio, sembra poter seguire senza scosse, grazie alla informatizzazione della gestione delle liste di attesa e l’integrazione delle agende pubbliche con quelle delle singole strutture private accreditate nel Recup, il centro di prenotazione regionale che ha aumentato la capienza degli appuntamenti con l’inserimento del privato accreditato. L’auspicabile fase positiva della sanità del Lazio si traduce quindi in insperati investimenti: 14mila assunzioni, l’acquisto di oltre 300 apparecchiature a cui si aggiunge l’ambizioso piano fatto di ospedali, case di comunità e centrali operative territoriali grazie alle risorse del Pnrr Missione 6 salute. Soddisfatti gli esponenti regionali della maggioranza, tra cui l’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli, che evidenzia il “grande e costante impegno del presidente Rocca e del governo regionale nel definire un nuovo modello di sanità, a tutela e a garanzia dei cittadini del Lazio”. Gli fa eco la presidente della commissione regionale Sanità e politiche sociali, Alessia Savo che parla di una “misura a garanzia di un servizio sanitario efficiente e pienamente rispondente ai bisogni dei cittadini, che realizza un’epocale opera di ristrutturazione della sanità del Lazio”. Insofferenza invece tra le file dell’opposizione, i cui esponenti sostengono che “i risultati vantati da Rocca sono dovuti al lavoro degli anni passati”. Stesso tono dall’ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che precisa: Anche gli esercizi sanitari 2020 e 2021 si chiusero in equilibrio di bilancio” e paventa, qualora si esca dal piano di rientro “la mancata copertura dell’extra gettito Irap e dell’addizionale Irpef per oltre 800 milioni”. Polemiche subito smorzate, nella stessa conferenza stampa del 3 ottobre da Rocca e Righini. (Nella foto, da sinistra: Giancarlo Righini, Francesco Rocca, Andrea Urbani)

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