Regione Lazio: “Consultori e salute mentale in tilt”
Interrogazioni a Rocca per chiedere la funzionalità dei servizi, privi di organico, bloccato per norme statali ultradecennali
Ė una bocciatura senza appello quella che Eleonora Mattia (nella foto), consigliera regionale decreta nei confronti della politica sanitaria del Lazio. Si muove su due fronti delicati l’esponente del Pd: il consultorio familiare di Velletri e il Centro di salute mentale della stessa città, che accoglie anche i pazienti della vicina Lariano. Nel primo caso, Mattia – presidente del Comitato regionale di controllo contabile – parla di una “indecente mole ed entità di disagi a cui sono costrette le donne, i giovani e le famiglie” per il venir meno di una struttura quale il consultorio familiare. A tal fine, ha predisposto una interrogazione rivolta allo stesso presidente Rocca per chiedere “quali quali iniziative intenda intraprendere per garantire alla struttura l’intera dotazione organica prevista dalla normativa nazionale. È fondamentale garantire la piena funzionalità di questo servizio – continua Mattia – a tutela della salute della donna, della gravidanza e del feto, della coppia, della famiglia, dell’età evolutiva e degli adolescenti”. E sottolinea la difficoltà in cui si troverebbe il territorio del Lazio, che dispone di “solo 135 consultori familiari ovvero la metà di quelli previsti dalle norme nazionali”, sottolineando che quelli esistenti sono depotenziati, accorpati ad altri o sottorganico. “Chiediamo di ripristinare al più presto questa rete sul territorio per garantire il diritto alla salute e il benessere delle donne e della collettività. I consultori sono luoghi essenziali per la salute delle donne e dei giovani e rappresentano una grande conquista”, spiega la consigliera che rivolge analoga richiesta a Rocca per quanto attiene ai servizi di salute mentale dello stesso territorio, “che dispongono di un solo psichiatra per 70mila abitanti”. Una situazione “assurda e inaccettabile”, per l’esponente dell’opposizione “una emergenza silenziosa che costringe le persone bisognose di cure a spostarsi fino ad Ariccia, con disguidi che si ripercuotono sui comuni limitrofi da Genzano a Lanuvio, Albano e Castel Gandolfo”. In sintesi: una critica ad ampio raggio, per una sanità, che nei decenni passati ha visto un vistoso depotenziamento dei servizi, specie in provincia, con 16 ospedali chiusi e 3.600 posti letto tagliati.