Non si placano le polemiche sulla sanità, che da settimane animano il dibattito politico. Se l’opposizione grida al definanziamento, da ambienti ministeriali arrivano indiscrezioni che vedono uno stanziamento di circa tre miliardi. Non proprio i quattro richiesti dal ministro Orazio Schillaci ma sicuramente un aumento rispetto agli investimenti del governo guidato da Mario Draghi, che prevedeva investimenti pari a 131 miliardi mentre l’attuale esecutivo, ne  dovrebbe  investire 134 e 700 milioni. A confermare le intenzioni dell’esecutivo, ci pensa Luciano Ciocchetti, nel corso del dibattito ‘Sanità e inclusione sociale’, che si è tenuto a Nemi durante la convention “Il Giusto sentiero”, un confronto a tutto campo organizzato da Fratelli d’Italia, per fare il punto sui risultati di un anno alla guida dell’Italia. Le mille difficoltà legate alla scarsità di risorse, non consentono ulteriori sforzi, la coperta è corta ma, rileva il vicepresidente della commissione Affari sociali “la sanità non migliora con il mero impiego di maggiori risorse: il problema è come questi fondi vengono utilizzati”.  E qui si apre il grande capitolo della appropriatezza delle prestazioni. “Ė necessario rivedere certi meccanismi ormai superati – raccomanda il parlamentare – io sono uno strenuo difensore del sistema sanitario nazionale universale, perché è un modello da cui non si può prescindere e che va difeso”. Nessun fraintendimento quindi. La destra al governo non ha nessuna intenzione di smantellare la sanità pubblica, che rimane una priorità assoluta come già ribadito dal ministro della Salute Orazio Schillaci. “Negli anni precedenti al 2019 – fa notare ancora Ciocchetti – la sanità ha subito forti tagli con una logica di spending review sbagliata” e non è soltanto il deputato di Fratelli d’Italia a rilevarlo. I puntuali grafici della Fondazione Gimbe – non certo incline all’indulgenza nei confronti del centrodestra – dimostrano che il definanziamento è iniziato nel 2011 ed è andato avanti implacabile nel decennio, con esecutivi non certo di centrodestra. Salvo le maggiori dotazioni arrivate in periodo Covid, la sanità pubblica in Italia ha sofferto di implacabili tagli lineari, arrivando a standard nettamente inferiori rispetto alla media europea. Come, ad esempio, la dotazione di posti letto – 3 su 1000 abitanti in Italia, contro i 5 della media Ue – e un territorio desertificato, come fa notare in chiusura del suo intervento Luciano Ciocchetti. “Una mancanza assoluta delle risorse sul territorio, rendendo difficile il rapporto tra i cittadini e le strutture ospedaliere”. Un tema di cui dovrà occuparsi la politica, snellendo le procedure previste dall’articolo 20 della legge 67 del 1988, relativa all’edilizia sanitaria, di cui è ancora in corso di attuazione la terza fase, tra mille pastoie burocratiche. (Nella foto: panorama di Nemi e il suo lago)

 

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