Sanità regionale, un sistema da rivedere
Tempi duri per il servizio sanitario regionale. La modifica al Titolo V della Costituzione, entrata in vigore con la legge costituzionale 3 del 2001, con la devoluzione di tutti i poteri in materia agli enti territoriali, è da tempo messa in discussione in vari contesti.
Esperti, professionisti, associazioni e cittadini sostengono infatti che la gestione del sistema da parte delle 21 regioni, tra cui alcune in estrema difficoltà, crei eccessiva disparità nell’offerta, arrivando in alcuni casi a ledere il diritto alla salute.
Un’assistenza a macchia di leopardo che è sotto gli occhi di tutti, con realtà all’avanguardia e aree del nostro Paese in cui rivolgersi alle strutture sanitarie significa mettere a rischio la propria incolumità. La presa di posizione più significativa contro le storture provocate dalla legge costituzionale del 2001 è dell’Associazione “Giuseppe Dossetti: i valori”, da tempo impegnata per garantire lo sviluppo e la tutela dei diritti dei cittadini.
La Dossetti ha affidato la propria voce, in difesa del diritto alla salute, alla grande stampa nazionale, con un annuncio a pagamento, in cui si richiama l’attenzione dell’opinione pubblica su quella che sarebbe, secondo i suoi rappresentanti “un’iniqua tutela della salute la cui garanzia è sempre più limitata da politiche regionali diversificate sul piano nazionale”.
Momento centrale di tale protesta sarà il prossimo 7 marzo, giornata in cui l’associazione ha convocato a Roma i cosiddetti “Stati generali dell’articolo 32”. In quell’occasione sarà ribadita la contrarietà a una “legge costituzionale che ha fatto dell’Italia un Paese a 21 velocità, violando i principi di universalità, equità e qualità dell’accesso alle cure”.
In particolare si contesta l’ineguale accesso alle prestazioni per quanto attiene alla distribuzione di farmaci innovativi e si mettono sotto accusa linee guida regionali e i cosiddetti “Position Papers”, documenti predisposti dall’Agenzia italiana del farmaco che prendono in esame la validità dei medicamenti biosimilari e la sostenibilità di questi per il servizio sanitario. Un sistema “riportato indietro di decenni” attento, secondo l’Associazione, solamente “agli aspetti economici delle scelte vanificando i progressi della scienza e della medicina”.
Interesse della Dossetti infatti, è tutelare i pazienti colpiti da malattie rare, specie gli emofiliaci per cui nel Lazio attualmente, in base a un decreto firmato dal presidente Nicola Zingaretti, i malati dovrebbero avere garantita la stessa qualità delle cure con una spesa più contenuta. Investire in terapie innovative è il punto centrale per la Dossetti, che invoca un tavolo di concertazione in cui siano rappresentati pazienti e associazioni.