Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale tra il 2019 e il 2023 è stato fortemente condizionato da vincoli economici che hanno prevalso sulle reali necessità sanitarie, lasciando alle Regioni e alle Aziende sanitarie l’onere di gestire risorse insufficienti. Il riparto tra le Regioni si basa ancora su criteri fermi al 2011, senza tenere conto dei cambiamenti demografici e tecnologici, con un sistema di perequazione che redistribuisce solo il 40% delle risorse necessarie a colmare le differenze di spesa privata. Secondo l’ultimo rapporto Crea – Centro per la ricerca economica applicata in sanità, nato nel 2013 all’Università Tor Vergata di Roma – il Servizio sanitario nazionale avrebbe bisogno di un incremento di fondi compreso tra i 20 e i 40 miliardi, ma la gestione poco trasparente delle risorse disponibili penalizza in particolare la sanità territoriale, a vantaggio degli ospedali. Il finanziamento è un elemento cruciale per garantire equità di accesso alle prestazioni e per incentivare l’efficienza del sistema. Tuttavia, esiste un forte scollamento tra la programmazione centrale e le scelte regionali: alcune Regioni adottano criteri di allocazione molto più dettagliati rispetto a quelli nazionali. Ad esempio, il Piemonte distingue 27 categorie per il riparto delle risorse, mentre l’Emilia-Romagna ne utilizza 13. Anche i criteri di riparto intra-regionali variano considerevolmente: il Piemonte applica 16 criteri aggiuntivi, l’Emilia-Romagna 14, la Campania 5 e la Basilicata 4. Il finanziamento dell’assistenza distrettuale varia notevolmente tra le Regioni, con percentuali che oscillano attorno al 50% del totale. Inoltre, le risorse assegnate attraverso le “Quote premiali” non seguono criteri oggettivi ma vengono distribuite tramite accordi politici. Serve un approccio più strutturato, con algoritmi di riparto basati su dati aggiornati, criteri più chiari nell’allocazione delle risorse e investimenti mirati per riequilibrare il rapporto tra sanità ospedaliera e territoriale. Per questo il Crea, in collaborazione con Federsanità-Anci (associazione di comuni e aziende sanitarie e ospedaliere) e Salutequità (laboratorio di studio delle politiche sanitarie), ha elaborato lo studio “Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale: dalla determinazione del Fabbisogno alle allocazioni sulle Aziende sanitarie”, che sarà presentato mercoledì 8 aprile  dalle 10 alle 13, presso la Regione Lazio, sala Tevere, via Cristoforo Colombo, 212 Roma. Lo studio sottolinea come il processo di finanziamento sia caratterizzato da scarsa trasparenza e “accountability” variabile tra le Regioni. Tra le necessità modelli di revisione dei vincoli di destinazione e dei pesi per la stima dei differenziali di fabbisogno; maggiore trasparenza nei criteri di allocazione delle risorse regionali; allocazioni mirate per riequilibrare il rapporto tra sanità ospedaliera e territoriale. Un appuntamento da non mancare, per entrare nei meccanismi economici che governano la nostra sanità. (Nella foto: Federico Spandonaro presidente Crea)

Commenti Facebook:

Commenti