Fuga dalla sanità pubblica: ormai è di una evidenza palmare quanto i nostri professionisti della sanità pubblica siano orientati alla fuga nel privato o addirittura all’estero. Le ragioni sono molteplici, a partire dalle esigue remunerazioni per finire all’organizzazione del lavoro, passando per l’impossibilità di progressione di carriera e il clima di lavoro esacerbato. La Regione Veneto, confermata leader in Italia nella erogazione di prestazioni e qualità dei servizi, corre ai ripari e propone una serie di azioni che, come sostiene l’assessore alla Sanità e sociale Manuela Lanzarin “punta a garantire condizioni di lavoro migliori per i nostri operatori e attrarre nuovi professionisti”. Il programma è contenuto nella delibera 960 del 13 agosto 2024 “con cui abbiamo investito 150 milioni di euro per il triennio 2024-2026 – spiega Lanzarin – per migliorare la qualità del lavoro e offrire incentivi concreti agli operatori sanitari” e l’attuazione dello stesso è affidata alla Cabina di regia, un organismo che verifica, tra gli altri compiti, la realizzazione del piano regionale di contrasto alla carenza di personale. “Il piano – ha spiegato l’assessore – si compone di misure concrete con cui puntiamo a invertire la rotta. È stato ad esempio costituito un gruppo di lavoro per la definizione di linee di indirizzo volte a monitorare e ridurre le dimissioni volontarie del personale sanitario, un fenomeno che registriamo in crescita negli ultimi anni e che va arginato. Punto centrale su cui si lavora è il supporto psicologico, volto a migliorare l’ambiente di lavoro realizzando il cosiddetto “benessere organizzativo”, condizione atta a scongiurare gli ormai numerosi fenomeni di ‘burnout’. Si tratta, secondo la definizione dell’Oms, di uno stato di stress cronico che ha correlazione con il lavoro svolto, caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali e che colpisce molti operatori sanitari. Sono stati avviati a tal fine, incontri di studio di buone pratiche e iniziative di welfare aziendale e, a fine anno, si svolgerà una indagine che interesserà 65mila dipendenti, per la valutazione del clima organizzativo, in collaborazione con le Università di Milano, Trieste, Verona e Padova. Ulteriori progetti di formazione di operatori e professionisti, sono allo studio con nuove misure per promuovere sul territorio l’attrattività nei confronti del servizio sanitario pubblico e garantirne la sostenibilità. (Nella foto: Luca Zaia e Manuela Lanzarin)

 

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