Sanitari, la legge anti violenza è realtà
Dal 5 agosto gli operatori sanitari sono più sicuri. Ė stato approvato in via definitiva, con il voto all’unanimità del Senato, il disegno di legge per la “Tutela della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie”, dieci articoli in cui sono previste sanzioni fino a 5.000 euro e pene fino a 16 anni per chi commette atti violenti contro operatori e professionisti sanitari nel contesto di lavoro. Un fenomeno allarmante, quello delle aggressioni a medici e infermieri, specie per coloro che si trovano in prima linea, nei reparti di emergenza, in pronto soccorso, addirittura sulle ambulanze. Secondo i dati diffusi dall’Ordine dei medici, dal 2018, anno in cui 5.000 sanitari hanno risposto a un questionario sul tema, è emerso un quadro allarmante: il 50 per cento degli intervistati è stato vittima di aggressioni verbali, il 4 per cento ha subito violenza fisica, 29 mila sono gli infortuni dei sanitari denunciati all’Inail, pari a una media di 80 al giorno, 4 in ogni regione italiana. Il provvedimento è esteso a tutti coloro che esercitano le professioni sanitarie, così come definito dalla legge numero 3 del 2018, figure professionali sulla cui tutela vigilerà un Osservatorio istituito dalla stessa normativa, che prevede inoltre iniziative di formazione e comunicazione istituzionale volte alla tutela e alla valorizzazione delle figure impegnate in ospedali e servizi di assistenza. Punto centrale della legge l’articolo 4 che fa riferimento all’articolo 583 quater del codice penale, relativo alle lesioni gravi o gravissime, che diventa applicabile con le pene da questo previste – da 4 a 10 anni nel primo caso, da 8 a 16 nel secondo – quando “le lesioni gravi o gravissime siano procurate in danno di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività”. A tutela dei professionisti sanitari sono previsti protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire interventi tempestivi. Norma che suscita qualche perplessità, considerata la cosiddetta “clausola di invarianza finanziaria” ovvero, la legge non dispone di fondi e investimenti per la sua attuazione e, considerata la soppressione di moltissimi posti di polizia presso i pronti soccorsi ospedalieri si fa fatica a comprendere come dal testo di legge si possa poi passare all’attuazione pratica della stessa.