Sanitari: stop violenza, si approvi subito la legge

Prima Tivoli, poi Civitavecchia. Non sono passate due settimane tra un episodio e l’altro ed è successo ancora. Medici del pronto soccorso aggrediti da pazienti in attesa, senza possibilità di difendersi. Camici bianchi, infermieri, operatori sociosanitari in prima fila, che scontano condizioni di lavoro insostenibili e, soprattutto, pagano la carenza di figure atte a garantire la sicurezza nelle strutture sanitarie. Da ultimo, nel reparto di emergenza dell’ospedale della città portuale, un cittadino in attesa di essere ricoverato, il pomeriggio del 27 agosto ha aggredito con un pugno sul volto il medico che ha dato parere negativo sul ricovero, dichiarando che il 24enne non era affetto da alcuna patologia. Immediata la reazione del sanitario che ha sporto querela e della Asl, che ha annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento contro l’aggressore, con l’appoggio “ad adiuvandum” della Regione Lazio. Intanto i casi di violenza aumentano, dall’inizio dell’anno, nel territorio si sono verificate ben 15 aggressioni. Sul tema si sono espressi due rappresentanti del Consiglio regionale del Lazio. Il consigliere Daniele Giannini – membro della commissione Sanità presieduta dal dem Rodolfo Lena – che ha invitato l’ufficio di presidenza della stessa commissione a mettere all’ordine del giorno la proposta di legge da lui depositata il 1° agosto. “Con tale provvedimento – ha dichiarato in un comunicato – intendiamo dare un segnale di vicinanza e tutela a medici, infermieri e, in generale, a tutti i dipendenti del Servizio sanitario regionale”. Secondo l’esponente della Lega “sarebbe un bel modo, da parte dell’assemblea, di chiudere la legislatura, alla luce degli ennesimi incresciosi episodi di violenza che vedono coinvolto il personale sanitario del pronto soccorso di Tivoli e di quello di Civitavecchia”. Il testo prevede la presenza delle forze dell’ordine negli ospedali a rischio, l’istituzione di un centro di psichiatria del lavoro a sostegno dei dipendenti vittime di violenza, una polizza assicurativa ad hoc, un programma triennale sulla sicurezza con corsi formativi per affrontare la violenza fisica, verbale, sessuale e cibernetica. “Un provvedimento per tutelare a 360 gradi chi ci cura e può salvarci la vita”, dichiara Giannini. L’impegno degli esponenti della Lega non si esaurisce qui. Da tempo sul tema è molto attivo Pasquale Ciacciarelli, che più volte ha denunciato gli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Stigmatizzando quanto avvenuto di recente in pronto soccorso scrive: “siamo di fronte a una vera e propria escalation aggravata dalla carenza di personale e dal sovraffollamento in determinati reparti di ospedali e Asl, in particolare quelli dell’emergenza”. Ciacciarelli, presidente della commissione sul Pluralismo dell’informazione, focalizza l’attenzione non solo sulle dichiarazioni di rito da parte di vari esponenti politici ma sulla necessità di agire, per proteggere “la categoria più esposta di chi si trova in trincea, medici e infermieri tanto osannati nei mesi difficili del Covid, e mai veramente tutelati”. E sottolinea l’importanza rivestita dal posto di polizia, in passato presente in ogni ospedale e ora scomparso “a causa delle note carenze in organico”, denunciando le criticità dovute “a un decennio di amministrazione regionale di sinistra” e auspicando un cambio di rotta alle prossime elezioni affinché “un governo di centrodestra possa mettere mano alla sanità sul serio, ascoltando il cittadino e ponendolo al centro, con il meritato rispetto e diritto alle cure”.  Intanto l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, ha chiesto un incontro al prefetto “per contrastare queste aggressioni”, ha dichiarato, sostenendo che la Regione sosterrà la Asl come parte civile nel procedimento contro l’aggressore.

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