Sant’Eugenio e l’Eur: miracolo di fecondità
Ampliato e rinnovato il blocco parto, nell’ospedale con oltre il 50% di nascite in più di Roma
Sant’Eugenio, per i romani più attempati, è conosciuto come l’ospedale dei grandi ustionati, centro di riferimento dell’Italia centrale e meridionale. Dal giorno della sua inaugurazione, il 9 giugno 1957 ad opera di Pio XII papa Eugenio Pacelli, di strada il nosocomio dell’Eur ne ha compiuta molta e non solo nella specialità legata alle ustioni. E oggi, in una Italia con un indice di natalità in preoccupante decrescita, registra un nuovo primato: l’aumento delle nascite di oltre il 50 per cento, in controtendenza, negli ultimi tre anni, con il resto della città e del paese. A supportare tale inaspettato fenomeno, arriva l’ampliamento e ammodernamento di un’ampia parte del reparto di Ginecologia e Maternità, con il potenziamento della sala parto e la sala travaglio e del servizio per le emergenze ginecologiche. Un risultato frutto di un lavoro di squadra, unito alla volontà, da parte della Regione Lazio, di “rilanciare una struttura ospedaliera che sotto la precedente amministrazione ha subito una vera e propria azione di declassamento”, sottolinea in un comunicato Luciano Ciocchetti, vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità della Camera dei deputati, che esprime apprezzamento per l’opera di risanamento della sanità portata avanti dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. L’esponente di Fratelli d’Italia, che all’Eur ha iniziato la sua carriera politica, evidenzia nella nota “la grande attenzione verso il Sant’Eugenio e la voglia di garantirne la piena operatività e funzionalità”, una notizia confortante in un territorio – quello del IX municipio – con un ampio bacino di utenza e in continua espansione. Così, i 200 metri quadrati di servizi aggiuntivi nel percorso nascita, rappresentano un passo avanti nella qualità dell’assistenza offerta alle future mamme e ai neonati, considerata l’attivazione di un avanzato sistema di monitoraggio fetale computerizzato e centralizzato. L’obiettivo è assicurare un controllo costante e preciso del benessere del feto e della mamma. Inoltre, è stata realizzata una sala operatoria dedicata ai tagli cesarei, equipaggiata con le più moderne tecnologie, per garantire il massimo della sicurezza sia per la gestante che per il neonato. Anche i prematuri potranno godere di attrezzature all’avanguardia per le prime cure, assicurando un intervento tempestivo e adeguato. E saranno ancora molti i miglioramenti nella qualità assistenziale che la struttura potrà offrire, garantisce il commissario straordinario della Asl Roma 2 Francesco Amato. Un annuncio confortante per la sanità pubblica, messa in discussione proprio in quel quadrante, da vicine strutture del privato accreditato fortemente valorizzate negli anni passati. Ma la potenza evocativa dei torrioni del Sant’Eugenio, pensati alla fine degli anni Trenta – e ispirati a Castel del Monte – come istituto per gli studi di Eugenetica, fa sì che questi si confermino ancora una volta come punto di riferimento per il Servizio sanitario regionale e un simbolo di eccellenza nell’ambito dell’assistenza ostetrica e neonatale.