Senologia e prevenzione: inserire le fasce escluse
Screening mammografico: dati ufficiali dimostrano che quasi la metà delle donne tra i 50 e i 69 anni non partecipa all’esame mammografico periodico previsto dalla Asl di appartenenza. Ciò rende più difficile estendere il controllo preventivo – essenziale per trattare eventuali patologie con successo – alla fascia di età compresa tra i 45 e 49 anni e in quella delle donne più anziane, dai 69 ai 75, purtroppo come le prime, non immuni dalla patologia senologica. Per tale motivo, la comunità scientifica, insieme a esperti, amministratori e mondo del volontariato, si sta confrontando per rendere “a misura di donna” i programmi di screening mammografici assicurandone una maggiore efficacia. Su tale tematica, il 3 maggio si sono confrontati i rappresentanti del movimento “Europa Donna”, da anni in primo piano per la garanzia dei diritti della prevenzione e la cura del tumore al seno, i medici del settore e i rappresentanti delle istituzioni, nel convegno “Screening mammografico. L’adesione migliora con strumenti più efficaci” a cui fra gli altri, hanno partecipato la presidente della XII commissione Igiene e Sanità del Senato Anna Maria Parente, la vicepresidente della XII commissione Affari sociali della Camera Rossana Boldi e l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Il movimento ha posto l’esigenza di ottimizzare la chiamata all’esame preventivo attraverso l’uso di strumenti digitali. Dal dibattito è emerso che l’esperienza maturata nel corso della campagna vaccinale Covid 19 ha fissato le premesse “per formulare un nuovo processo di screening mammografico che renda tale servizio al passo con i tempi e accessibile a tutte le donne italiane”. La nota dolente è la mancata uniformità dell’offerta da una regione all’altra del nostro Paese, così da rendere difficile la prevenzione per una larga fascia di donne delle zone più svantaggiate “esponendo quelle che rientrano nelle fasce escluse a un potenziale maggiore rischio di diagnosi tardive”, sostengono molti senologi, chirurghi e specialisti presenti al convegno. Per questo, le istituzioni sono state sollecitate ad avviare un dialogo costruttivo “finalizzato alla messa a punto di nuove modalità per un programma di screening mammografico pensato in funzione delle donne”. (Nella foto: campagna di prevenzione al Consiglio regionale del Lazio)
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