Sanità del Lazio, luci e ombre. Mentre in provincia ancora si denunciano le carenze, nella capitale a piccoli passi, si registrano i primi risultati incoraggianti. Asl Roma 5, ospedale di Colleferro: mancano 15 dirigenti medici, 8 infermieri, 6 radiologi, 2 biologi, 4 tecnici di laboratorio e 1 operatore sociosanitario. Una carenza di personale che interessa diversi reparti: dalla medicina d’urgenza e pronto soccorso alla nefrologia e dialisi. Dalla chirurgia generale e d’urgenza all’urologia e radiologia, passando per il laboratorio analisi. Diverse le carenze strutturali e di strumentazione: stanze senza bagno e locali da ristrutturare da anni, per non parlare dei macchinari ormai obsoleti da rinnovare immediatamente. A lanciare l’allarme è la consigliera regionale Eleonora Mattia, che sull’emergenza ha presentato una interrogazione, depositata al Consiglio regionale del Lazio, in cui l’esponente del Pd chiede al presidente della Regione Francesco Rocca – che ha la delega alla sanità – come intenda far fronte alle gravi carenze di organico e strumentazione presso l’Ospedale ‘Leopoldo Parodi Delfino’ di Colleferro, una struttura centrale nella provincia di Roma. Al nosocomio fanno riferimento i Comuni di Artena, Carpineto Romano, Colleferro, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico, Segni, Valmontone, un bacino di oltre 75mila abitanti con circa 4mila ricoveri l’anno, di cui 3.300 programmati, 700 in day hospital e più di 25mila accessi al pronto soccorso. “Nella visita del 9 ottobre scorso – fa notare Mattia – il presidente Rocca aveva assicurato grande attenzione per la struttura, garantendo di colmare celermente tali carenze, che tuttora persistono a distanza di mesi dal suo sopralluogo”. Per questo ora si attendono i risultati annunciati. Di tutt’altro tenore il clima al San Camillo di Roma. Qui sono state investite copiose risorse per l’assunzione di nuovo personale sanitario. Si tratta di  235 operatori, tra cui infermieri, tecnici di radiologia, operatori sociosanitari, la cui presenza, in aggiunta alla dotazione di una nuova tac e di risonanza magnetica di ultima generazione, consentirà di attivare i servizi sanitari nel fine settimana, garantendo esami e visite per snellire le liste di attesa, con apertura degli ambulatori delle 8 alle 20 del sabato e la domenica, stesso orario di apertura con prestazioni fino alle 14. Un esperimento tentato anche nel 2011, che all’epoca non riscosse molto successo. Nella prima giornata di apertura, nel mese di febbraio, nell’ospedale di Monteverde fu eseguita una sola Tac e, negli altri giorni, le adesioni alla campagna non furono numerose. Dalle parti della Regione Lazio però si respira ottimismo, specie nelle dichiarazioni. “Implementare i servizi della sanità regionale nel fine settimana – dichiara in una nota  Marco Bertucci, presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio – rappresenta un passaggio importante della nostra idea di sanità regionale, attenta all’ascolto delle istanze dei territori”. Una attenzione che, per l’esponente di Fratelli d’Italia, è un passo del cammino che porterà alla riforma completa del servizio sanitario regionale che non sia solo formale ma sostanziale.   (Nella foto: il San Camillo di Roma)

 

 

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