Settimana del cervello: l’Italia eccelle nella ricerca
E’ iniziata ieri la Settimana mondiale del cervello, ricorrenza annuale dedicata a sollecitare la consapevolezza nei confronti della ricerca sul cervello e a cui partecipano le società neuro scientifiche di tutto il mondo. In Italia è la Società italiana di neurologia a promuoverla, con iniziative di informazione e sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale. Con “Neurologia a porte aperte” – un progetto che prevede l’apertura delle strutture ospedaliere – si illustrerà l’attività dei neurologi sia sul piano assistenziale che nella ricerca.
Tra i temi della settimana spicca il rapporto tra neurologia e donna. La medicina di genere è un tema in forte sviluppo di cui si avvertiva da la necessità, vista la differenza tra i due sessi sia nelle manifestazioni sia nella risposta ai farmaci. Il senso comune attribuisce alle donne – a ragione – una maggiore frequenza di emicrania e cefalee: ne soffrono tra l’11% ed il 25% rispetto al 4 e 9,5% degli uomini ma i mal di testa non sono l’unica patologia neurologica a prevalenza femminile. Altrettanto vale per sclerosi multipla, depressione e ansia, Alzheimer.
La settimana del cervello sarà poi l’occasione per mettere a nudo uno dei temi di salute più sottovalutati: il sonno. Dormiamo circa un terzo della nostra vita e un cattivo sonno può avere conseguenze nefaste sulla salute ma ce ne preoccupiamo poco. Si stima che il 10-20% della popolazione soffra di insonnia, il 2-5% di sindrome delle gambe senza riposo e il 10-20% di difficoltà respiratorie.
Sono alcuni dei temi su cui saranno accesi i riflettori nei prossimi sette giorni allo scopo di far aumentare la conoscenza sui progressi della ricerca nel campo delle neuroscienze e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca sul cervello. Un campo in cui l’Italia non sfigura rispetto alle altre nazioni. Secondo la Società italiana di neurologia, con un totale di quasi 900 articoli pubblicati in riviste scientifiche internazionali, la produzione dei neurologi italiani nel 2009 si è attestata seconda subito dopo la Germania.