Sì all’ospedale di Monterotondo, no al punto nascita che può essere poco sicuro
“L’Amministrazione regionale, nel riordino della rete ospedaliera ha salvaguardato il ruolo dell’ospedale SS. Gonfalone di Monterotondo riconoscendo la sua funzione di presidio utile a soddisfare il fabbisogno sanitario del territorio”. Lo sostengono i vertici regionali in un comunicato. “Nella profonda convinzione della evidente forza di questi elementi – continua la nota – la Regione ha modificato il decreto 80 della giunta Polverini che ne stabiliva la definitiva e totale chiusura. Per quanto riguarda il punto nascita – continuano i regionali – esso non garantisce la sicurezza dei neonati e delle mamme a causa dei bassi volumi di attività e dell’alto tasso di cesarei. Dati oggettivi che collocano la struttura al di fuori delle linee guida nazionali ed in contrasto con tutte le indicazioni delle società scientifiche ad iniziare da quelle della Società italiana di Neonatologia. Già oggi il 70% delle partorienti del distretto di Monterotondo emigra verso altre strutture”. La Regione poi conclude criticando “quegli amministratori che omettono di comunicare ai cittadini tutte quelle prescrizioni e indicazioni scientifiche necessarie a garantire appieno la sicurezza delle pazienti”, precisando che “per l’amministrazione regionale garantire i parametri di legge per la salvaguardia della salute di neonati e mamme è principio etico fondamentale dal quale non intende derogare”.