Sicilia, la ‘roadmap’ dei cittadini
Sicilia: con gli ospedali non si può “fare cassa” ma occorre basarsi sulla reale domanda di salute. Questo è il leit-motiv che sta guidando la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale isolana, che procede da mesi attraverso un confronto continuo tra le istituzioni, rappresentate dalla Regione, gli amministratori aziendali, i corpi intermedi costituiti dai comitati consultivi e i cittadini, organizzati in associazioni di volontariato e non. Con la legge regionale numero 5 del 2009 “Norme per il riordino del servizio sanitario regionale” è stato istituito presso ogni Asl a titolo gratuito, “un Comitato consultivo composto da utenti e operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari”, con la facoltà di esprimere pareri e formulare proposte al direttore generale “in ordine agli atti di programmazione aziendale, all’elaborazione dei piani di educazione sanitaria, alla verifica della funzionalità dei servizi aziendali e della loro rispondenza alle finalità e agli obiettivi di salute previsti dai piani sanitari regionali e nazionale”, in attuazione dell’articolo 14 del decreto 502 del 1992 di Riforma del Servizio sanitario nazionale. Nell’isola si sta procedendo così a una rivoluzione priva di colpi mortali, che va avanti grazie al contributo di tutti: i rappresentanti dei cosiddetti “ambiti territoriali” delle nove aziende sanitarie provinciali, i vertici delle stesse aziende, i presidenti dei citati comitati consultivi, il coordinatore dei comitatiPieremilio Vasta, il segretario regionale di Cittadinanzattiva Tribunale del Malato Giuseppe Greco, in collaborazione con tutte le articolazioni locali dell’organizzazione di tutela dei diritti dei cittadini. Così, si è proceduto a una analisi serrata delle condizioni territoriali, attraverso schede compilate negli ambiti territoriali per esaminare criticità e punti di forza delle strutture sanitarie, stabilendo, attraverso una consultazione diffusa fatta di convegni, assemblee locali, audizioni nella commissione regionale Servizi sociali e sanitari le criticità da eliminare, le eccellenze da valorizzare e le attività di qualità da salvaguardare. Tutto è partito dal confronto, a livello nazionale, tra Cittadinanzattiva e il ministero della Salute, cui l’associazione ha presentato un documento (sireneonline marzo 2014) con i criteri da seguire per la chiusura e/o riconversione dei 175 piccoli ospedali italiani. Da qui, sono partiti in Sicilia i gruppi di lavoro con “una veritiera rappresentazione dell’esistente – è scritto sul bollettino dei comitati – che permette di superare insostenibili duplicati e pericolose inaffidabilità e, attraverso una partecipazione civica matura assumere decisioni adeguate”. Da ultimo, ma non per importanza, l’assessore alla Sanità regionale è Lucia Borsellino.