Sicurezza sociale: smantellati i posti di polizia

Da tempo, nelle strutture più frequentate dai cittadini, come i reparti di pronto soccorso ospedaliero o le stazioni ferroviarie più isolate, la sicurezza sociale è diventata un optional. Lo storico posto di polizia nei reparti di emergenza è stato disattivato da decenni, stesso discorso vale per le stazioni locali, in cui sovente agli ignari viaggiatori capita di imbattersi in presenze tutt’altro che rassicuranti. Numerose sono state nel tempo le richieste di ripristino, con istanze, petizioni e mobilitazioni varie, considerato l’aumento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, così come si sono moltiplicati gli episodi di pericolo nelle stazioni periferiche ma il problema è di organico: la Polizia di Stato è carente di risorse per presidiare i punti più sensibili delle nostre città. L’ultimo esempio arriva dalla stazione di Cassino, un centro non proprio periferico, tantomeno poco frequentato ma, di recente il compartimento Polfer di Roma, per carenza di personale, ha deciso di chiudere il presidio presso la stazione della cittadina dalle 19 di sera fino alle 7 del giorno successivo. In questo lasso di tempo quel luogo, secondo il personale viaggiante e le cronache locali, diventa terra di nessuno. Della vicenda si sta occupando il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli che, pur ritenendo “legittimo il provvedimento causato da uno stato di emergenza”, ritiene inaccettabile la mancata tutela della incolumità dei cittadini costretti a frequentare lo scalo a notte fonda. “La carenza di personale, non può in alcun modo ripercuotersi sulla sicurezza dei cittadini”, scrive l’esponente della Lega in una nota inviata al sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, rammentando l’insufficienza del controllo a campione di pattuglie notturne di Polizia e Carabinieri operanti in città, anche in relazione all’adiacente capolinea dei bus Cotral. Per quanto attiene alle aggressioni ai sanitari, che nel periodo pandemico hanno visto un allarmante picco, numerose sono state le prese di posizione degli Ordini professionali a cui, a tutt’oggi, non è stata fornita alcuna risposta se non qualche blanda modifica alle norme, che non rassicura affatto in tema di prevenzione.  

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