Sicurezza informatica in sanità, la Regione Lazio brucia le tappe e aderisce, prima in Italia, al progetto strategico nazionale sul tema della cybersicurezza attraverso linee guida operative specifiche per il settore, redatte dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e coordinate dalla cabina di regia ad essa collegata. I dati sono eloquenti: da gennaio 2022 a giugno 2024, in Italia, si sono verificati più di 25 eventi ransomware, ovvero programmi informatici dannosi “malevoli”, che possono infettare un dispositivo digitale. Nel delicato settore della sanità tali eventi hanno interessato quasi 50 tra strutture sanitarie, presidi ospedalieri e servizi sanitari sul territorio. Un pericolo che i presidi in cui si salvaguarda la salute dei cittadini non possono permettersi. Nel 2023 la sanità italiana si è collocata al terzo posto tra i comparti più colpiti, dopo il settore manifatturiero e la vendita al dettaglio. Nello stesso anno l’Italia è quindi risultata il terzo Paese europeo, dopo Germania e Francia e il sesto a livello globale, più colpito da ransomware. Per questo, particolare attenzione al tema è stata sollecitata dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (nella foto), che nel convegno “La minaccia cibernetica al settore sanitario”, organizzato il 20 settembre presso la sede regionale di via Cristoforo Colombo – in collaborazione con lAgenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ha focalizzato l’attenzione sul problema e sulle strategie promosse per contrastarlo.  “Nel 2021 la regione è stata colpita da un attacco hacker gravissimo che ha esposto l’amministrazione sanitaria” ha esordito il presidente, introdotto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano e, facendo riferimento alla pregressa esperienza in campo internazionale, quale presidente della Croce Rossa italiana, ha indicato gli attacchi hacker quali “nuove tattiche di guerra”. Per tale motivo la Regione Lazio non può farsi trovare impreparata, considerata la criticità del settore dal punto di vista della sicurezza, sia per i servizi essenziali forniti che per i dati sensibili trattati, con conseguenze potenzialmente molto rischiose in caso di attacco, che possono portare al blocco di sale operatorie, terapie intensive e centri trasfusionali. Sono state così avviate le procedure attraverso un percorso di formazione, sensibilizzazione e consapevolezza degli attori coinvolti, sempre facendo riferimento alla mission principale della sanità, come ha più volte sottolineato Rocca, “che è quella di prendere in carico i fragili e proteggere i più deboli”. Significative le risorse stanziate per il progetto di cybersicurezza: 47 milioni messi a disposizione dal dipartimento per la Transizione Digitale e 9 stanziati dalla Regione per assicurare, a tutti i livelli, una totale protezione.

 

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