Sisma, medici Amsi in Siria e Turchia
Numeri spaventosi tra morti e feriti. Urgono soccorsi tempestivi e corridoi sanitari
Terremoto Turchia e Siria, mobilitazione da parte di Amsi, Associazione dei medici stranieri in Italia e di altre collegate (Umem e Un@Un) per assicurare aiuti tempestivi. “Chiediamo di intensificare i corridoi sanitari e umanitari, in particolare nei primi dieci giorni dal terremoto, per salvare chi si trova ancora sotto le macerie”. Lo chiede Foad Aodi, presidente Amsi (nella foto) membro della commissione Salute globale della Federazione dei medici Fnomceo. Nel ringraziare i colleghi che hanno assicurato la disponibilità, il professore invita a intervenire “Per curare i feriti e proteggere i bambini, le donne e gli anziani. Siamo in contatto diretto con i medici locali dell’Umem che ci informano di continuo sulla situazione sanitaria e umanitaria: una tragedia enorme – precisa Aodi – servono, medici specialisti ortopedici e chirurghi, pediatri, radiologi, anestesisti, psicologi, pneumologi, cardiologi”. Serve anche sangue come servono strumenti chirurgi e apparecchiature per lo scavo in “maceria profonda”, come si dice in gergo tecnico, per reperire quante più persone possibile. Il presidente evidenzia la necessità di ospedali mobili. “Urge trasportare chi non ce l’ha fatta e scongiurare il rischio di malattie infettive, del colera. Il nostro ringraziamento va a tutte le comunità, associazioni e sindacati arabi. Ci appelliamo alle massime autorità affinché siano prestati tutti gli aiuti del caso sia in Siria che in Turchia nella stessa misura e senza distinzione. Chiediamo di togliere l’embargo alla Siria per far arrivare subito gli aiuti alla popolazione”. Nel suo appello, Aodi chiede di “lasciare la geopolitica fuori dalla solidarietà altrimenti la storia scriverà una pagina non positiva”. Nulla che secondo il presidente “possa aiutare la convivenza tra i popoli.”