Sla, nasce la biobanca nazionale

Mario SabatelliLa Sla, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Un importante studio condotto da ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma ha rivelato che le cellule della pelle di pazienti con sclerosi laterale amiotrofica o morbo di LouGherig, presentano gli stessi segni di malattia dei neuroni e sono dunque un ottimo modello sperimentale per studiare la malattia. È il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Neurobiology of Aging e condotto da Mario Sabatelli (nella foto), responsabile del centro Sla del policlinico universitario Agostino Gemelli e presidente della commissione scientifica di Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. Un importante passo in avanti nella comprensione della patologia, ottenuto grazie a un lavoro di équipe che ha coinvolto gli Istituti di Genetica, Neurologia e Fisiologia dell’Università Cattolica di Roma, con il supporto finanziario della Icomm, associazione di ricerca sulla malattia presieduta da Nicola Colacino. La ricerca ha consentito di stabilire che i fibroblasti, cellule della pelle che si prelevano facilmente con minibiopsie dai pazienti, riproducono molte delle alterazioni osservate nel cervello delle persone affette da Sclerosi. “Uno dei maggiori problemi nella ricerca sulla SLA – afferma il professor Sabatelli – è che non abbiamo modelli sperimentali affidabili su cui studiare i meccanismi responsabili della malattia. Il cervello è un tessuto non accessibile in vivo e gli studi con modelli animali della malattia hanno dei limiti”. Attraverso tale procedura, è stato preso in esame il ruolo svolto dalla proteina “Tdp-43” determinante nella degenerazione delle cellule nervose, rilevandone il comportamento ‘anomalo’ nei fibroblasti dei pazienti. “Si apre così una nuova e interessantissima finestra metodologica sulla ricerca – spiega il neurologo della Cattolica – le cellule della pelle coltivate in provetta possono rappresentare un modello semplice, affidabile e accessibile per studiare i meccanismi della Tdp-43 nella malattia”. Per tale motivo, si potranno individuare nuovi obiettivi per futuri interventi terapeutici. E un risultato lo ha prodotto anche la campagna estiva nota come IceBucket Challenge, quella dei secchi di acqua gelata sulla testa dei vip con la raccolta di fondi: la creazione di una biobanca nazionale dedicata alla Sla, progetto ideato da Aisla e, considerata l’importanza della scoperta, le linee cellulari studiate saranno messe a disposizione di tutti i ricercatori.

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