Solitudine da Covid: “ascoltiamo i giovani”
Nel convegno “Mai più soli”, l’analisi delle conseguenze da confinamento sulla psiche dei giovani
Covid e giovani: il virus della Sars-CoV2, sebbene poco abbia influito sulla salute fisica dei ragazzi, ha pesantemente agito sul piano psicologico. Per due adolescenti su cinque, la salute mentale nei due anni di confinamento ha risentito negativamente dell’isolamento forzato, con ripercussioni che si protraggono in una sorta di “Hikikomori, ovvero ritiro sociale volontario. Per fare il punto della situazione, la cooperativa sociale Arti e Mestieri Onlus ha promosso, il 27 febbraio, l’incontro “Mai più soli: giovani nell’era post Covid”, nella sala conferenze del sindacato medico Fismu. Moderato da Elisa Sciarra, il pomeriggio di studio ha visto una grande partecipazione dei cittadini e gli interventi di esperti di sanità, sociale e dei rappresentanti delle istituzioni. Ė la prima tappa di un percorso da attivare sul territorio, grazie all’impegno del capogruppo di Fratelli d’Italia dell’XI Municipio di Roma Valerio Garipoli, che sostiene l’importanza dell’ascolto e della inclusione. Concetti ribaditi dai relatori intervenuti, tra cui Chiara Colosimo, parlamentare del partito di Giorgia Meloni e membro della commissione Affari sociali e Michel Bonneaud, che nella sua esperienza di psicologo ha evidenziato come i casi di ansia e depressione siano fortemente presenti tra gli adolescenti, dopo la devastante esperienza del confinamento da pandemia. Incisivo l’apporto al dibattito da parte dei giovani, il cui punto di vista è stato illustrato da Federico Palermo studente dell’Università “Roma Tre”. I ragazzi quali protagonisti di un biennio che ha messo a dura prova il loro benessere psico-fisico. Numerosi sono gli studi che hanno evidenziato come la didattica a distanza, con privazione della socialità e degli scambi interpersonali, sia stata bocciata da due giovani su cinque. Dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istat hanno evidenziato l’aumento di peso nel 18,2% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, la condizione di obesità nel 4,4% del campione esaminato, nonché il più frequente ricorso agli alcolici e alle sostanze. Altrettante ricerche del Bambino Gesù hanno dimostrato che il tasso di depressione e ansia è direttamente correlato alle restrizioni, con incremento se viene impedita la socialità. E il Covid, come uno tsunami, non ha guardato in faccia nessuno: anziani, adulti, giovani spesso apostrofati dal sistema mediatico come possibili untori dei nonni. Una pagina tragica per i cittadini sottoposti a uno stress senza precedenti e per gli operatori, la cui esperienza è stata narrata da Alessandro Saulini, infermiere del sistema di emergenza 118 sindacalista Nursind e componente delle Uscar, le unità di cure domiciliari a più diretto contatto con il dolore della malattia e della solitudine in cui il virus, minaccia sconosciuta, ci ha costretto. “Nulla sarà più come prima” si ripeteva all’unisono nei mesi più terribili del contagio e grazie all’attivismo dei promotori del convegno, la previsione potrebbe rivelarsi profetica, con una immediata scossa delle istituzioni, della collettività e della politica, pronte a fare rete per ascoltare e venire incontro al disagio giovanile.