Stamina: liquidata troppo in fretta
È davvero uno spettacolo triste vedere al centro di Roma, davanti ai palazzi del potere, sfilare malati gravissimi e in condizioni precarie, che chiedono il diritto di avvalersi delle cure compassionevoli. La vicenda stamina va avanti ormai da mesi: attraverso ingiunzioni dei magistrati del lavoro, piccoli malati di patologie congenite e rare, incurabili con i normali trattamenti sanitari, vengono sottoposti a infusioni con cellule staminali. Stando alle prove documentali delle cartelle cliniche degli ospedali pubblici di Brescia, decine di malati sottoposti alle cure con cellule staminali non solo non hanno avuto effetti negativi e collaterali ma, questo è il punto, sensibili miglioramenti nella qualità della vita. Ho incontrato alcuni di questi genitori, ho parlato con loro e mi sono reso conto che, di fronte alla possibilità di veder migliorare lo stato di salute dei loro figli, non può essere impedito un trattamento compassionevole e, comunque, non sostitutivo delle terapie tradizionali. Recentemente Papa Francesco ha ricevuto i genitori della piccola Noemi, da tempo in attesa di infusione di cellule staminali. Il metodo viene da tempo praticato in Israele, Germania e in altri paesi. In Italia, troppo frettolosamente la commissione istituita dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha bocciato senza appello le cure a base di cellule staminali, senza ascoltare i parenti dei malati, i medici degli ospedali bresciani, senza aver visionato tutte le cartelle cliniche. Una nota rubrica televisiva, in un servizio, ha dimostrato la superficialità di un no, in palese contrasto con quella che è la realtà. Dal 23 luglio 2013, davanti alla Camera dei deputati, in piazza Montecitorio, due fratelli siciliani affetti da sclerosi laterale amiotrofica, vivono sotto una tenda per rivendicare il loro diritto alla speranza e alla vita. Si dia loro, e agli altri malati, la possibilità di cure compassionevoli e si ponga fine a un braccio di ferro inutile e dannoso per tutti. Il tempo darà senza ombra di dubbio il suo responso sull’uso di cellule staminali.
Corrado Stillo