Stop a slogan e ipocrisie: l’8 Marzo si ad azioni concrete
8 Marzo, Vaccari Fnopo: “Inutile la festa se perdurano femminicidi e diseguaglianze”
“Nel mondo una donna su tre è vittima di violenza. In Italia (dati Istat) il 31,5% delle donne ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Quelle più gravi sono perpetrate da partner o ex partner, parenti o amici. Dall’inizio di gennaio al 18 novembre 2024 (periodo di rilevazione più recente) sono state uccise 98 donne, tra cui 84 in ambito familiare /affettivo, 51 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Nel 2023, sono stati 16.947 gli accessi delle donne in pronto soccorso a seguito di violenza”. È quanto dichiara la Presidente della Fnopo, Federazione Professioni Ostetriche Silvia Vaccari, per celebrare la Giornata internazionale della donna al di là dei semplici slogan e delle diffuse ipocrisie. Secondo i dati dell’indagine promossa dal ministero della Salute, tra giugno e settembre 2023, in Italia, in circa l’80% degli ospedali con pronto soccorso è stato attivato il “Percorso protetto per le donne che subiscono violenza”, per garantire cura, sicurezza, orientamento ai servizi antiviolenza per donne e figli minorenni. “Auspicando che si arrivi al più presto al 100%, va sottolineato come in questo ambito i risultati migliori potrebbero essere perseguiti attraverso la prevenzione”, precisa Vaccari. Una donna che arriva in pronto soccorso è spesso già stata vittima di violenze ripetute, per interi anni. Situazioni in cui le ferite, fisiche e psichiche, sono talmente gravi da non poter essere completamente curate nemmeno attraverso lunghi percorsi riabilitativi multidisciplinari. Liberare una donna dalle mani del suo carnefice ai primi campanelli di allarme, al contrario, significa non solo evitarle esperienze tra le più drammatiche della vita, ma assicurarle un totale recupero a livello fisico, psicologico e un più agevole reintegro nella società”. Per la prevenzione molto possono fare le Ostetriche/i, professionisti sanitari non solo formati in tale ambito, ma in virtù del tempo esclusivo che trascorrono accanto alle donne lungo tutto l’arco della vita. “Molte violenze esplodono in famiglia, spesso durante la gravidanza o alla nascita del primo figlio, quando l’uomo si vede sottratta l’attenzione precedentemente riservatagli in modo esclusivo. In questo contesto l’Ostetrica/o può intercettare situazioni e/o comportamenti disfunzionali, sia durante i consueti controlli che nel contesto domiciliare attraverso “l’home visiting” (visita domiciliare ostetrica, ndr), segnalando immediatamente il caso alle autorità competenti. Anche in questo ambito è necessario incrementare la presenza delle Ostetriche/i a livello territoriale, perché solo un’azione capillare può fare la differenza e permetterci, speriamo tempestivamente, di festeggiare davvero la festa della donna, in un anno in cui il numero delle vittime di femminicidio sarà ZERO”, aggiunge la Presidente, che sottolinea come influiscano sulla condizione della donna situazioni quali un riconoscimento economico inferiore all’uomo, una soggezione psico-emozionale ai coniugi e ai dirigenti nel lavoro e un impari accesso nelle cure. “Risulta difficile festeggiare l’8 Marzo con tali presupposti – ammonisce Vaccari – in una Giornata in cui commemoriamo e onoriamo i successi delle donne, per aumentare la consapevolezza sulle disparità di genere e la discriminazione”. “A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. A ricordo di tale evento, nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste del 1921 a Mosca, fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia. Ė proprio quello che la Fnopo rivendica”, conclude la Presidente.