“Stop alla sanità delle diseguaglianze”
Claudio Giustozzi, associazione Dossetti: non più sanità di serie A e B. Convegno di studio il 15 giugno
In Piemonte il ticket per l’ecografia all’addome costa 41 euro. In Basilicata il prezzo massimo della compartecipazione alla spesa per le prestazioni specialistiche è pari a 36,15 euro con una quota per la ricetta aggiuntiva di 1 o 2 euro secondo le categorie degli assistiti. Nella generosa Toscana una RMN o una Tac sono gratuite per chi abbia un reddito familiare e fiscale che rientri in poco più di 36mila euro annui e costano 10 euro per chi abbia un reddito annuo compreso tra i 36mila e i 70 mila euro. Lo stesso esame ha un costo di 30 euro solo per chi abbia un reddito elevato oltre i 100mila euro annui. Ma non è solo l’aspetto economico a creare disparità tra l’offerta sanitaria delle Regioni italiane, tanto da far dichiarare a Claudio Giustozzi, segretrario nazionale dell’Associazione Giuseppe Dossetti i Valori: “è necessario garantire il diritto fondamentale alla salute ponendo limiti all’iniquità del Servizio sanitario nazionale. Non si può tollerare una sanità di serie A e di serie B”. Per questo da tempo si è creato un movimento – che vede la Dossetti affiancata dalla fondazione Gimbe – per sostenere la modifica dell’articolo 117 della Costituzione, che fa parte del più ampio corpo normativo del Titolo V che nel 2001 fu rivoluzionato con una diversa ripartizione tra competenze statali e regionali, devolvendo agli enti territoriali larga parte delle funzioni in materia di sanità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: venti sistemi sanitari diversi in venti contesti spesso uguali, a volte diversi, il cui comune denominatore è, nella maggior parte dei casi una risposta inadeguata alle esigenze dei cittadini. Il 15 giugno tali temi saranno trattati nella conferenza organizzata dalla Dossetti e da Gimbe, che metterà insieme esperti, cittadini, associazioni dei malati che si confronteranno in tre tavole rotonde. Le ultime modifiche all’articolo 117 da parte della Camera dei deputati dello scorso 10 marzo proposte nel ddl di riforma del Titolo V non soddisfano i rappresentanti dell’associazione che, nel corso del convegno proporranno un documento di indirizzo da sottoporre ai membri del Senato per apportare correttivi alla proposta, al fine di assicurare un reale diritto alla salute ed uguali livelli essenziali di assistenza in tutta Italia.