Stop alle visite a cronometro,
vincono i medici
Tar Lazio: sentenza favorevole al Sumai, sindacato dei medici ambulatoriali, contro le visite “a tempo”
Una sentenza a favore di medici e cittadini. Il 29 maggio la terza sezione del Tar del Lazio, presieduta da Giuseppe Sapone, ha accolto il ricorso dei rappresentanti del Sumai – sindacato degli specialisti ambulatoriali – contro il decreto regionale approvato un anno fa dalla Regione Lazio che prevedeva l’abbattimento delle liste di attesa con visite ed esami della durata di soli venti minuti. “L’esercizio professionale del medico è fondato su principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità” hanno stabilito i giudici amministrativi, ribadendo l’autodeterminazione dei camici bianchi, con una particolare attenzione al “tempo della comunicazione quale tempo di cura”. Una svolta significativa, un cambio di prospettiva che pone al centro non solo la dignità professionale del medico ma il diritto alla salute dei cittadini, con una particolare attenzione all’articolo 32 della Costituzione. Con precisi riferimenti all’accordo nazionale degli ambulatoriali e al Codice di deontologia medica, i magistrati hanno messo fine a un “periodo difficile per i professionisti e gli assistiti”, secondo il presidente dell’organizzazione Antonio Magi, che ha definito il decreto regionale “pericoloso per medici e pazienti”. Pur considerando “pregevole” l’obiettivo di abbattimento delle liste di attesa, paradossalmente non raggiunto, il Tar ha suggerito che tale traguardo “può essere concretizzato attraverso un auspicato aumento delle risorse umane e strumentali da adibire a un delicato settore quale quello della sanità”. In sintesi: sanità e salute non reggono più la scure dei tagli ma abbisognano di nuovi investimenti.
Bene ha fatto il Tar Lazio a BOCCIARE IL TEMPARIO della Regione e ancor meglio ha fatto il sindacato dei medici.
Ancora non capiscono i nostri governanti regionali, che la salute della persona non può essere trattata come quella di un’autovettura.
Che i protocolli medici inventati dalle assicurazioni inglesi ed esporate il tutto il mondo, sono validi per tutelare i guadagni degli operatori della salute e non gli utenti.
Che i tempari e i protocolli vanno bene, forse, per le case di cura private e per chi ha possibilità economiche per curarsi privatamente.
Che la Pubblica Amministrazione deve TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI in ogni forma e modo, e con i tempi giusti e necessari per emettere diagnosi corrette e certe, per la cura più appropriata dei pazienti.
Che si può risparmiare su altri aspetti, ma mai sulla SALUTE GENERALE DEI CITTADINI, che se curati bene, producono risparmio per il futuro.
Che è inconcepibile che il bilancio della sanità di una qualsiasi regione, rappresenta l’80% sul totale delle spese, ma i servizi prestati sono scadenti e spesso anche dannosi, eccetto in rari casi di pochissime regioni virtuose.
Che i cittadini sono stanchi di subire atti e fatti scadenti e dannosi per la salute, e si ricorda a tutti, compresi i nostri amministratori, che LA SALUTE E’ IL PRIMO BENE ASSOLUTO DELLA PERSONA, tutto il resto è relativo e abbastanza marginale.
Mario Santoro
Concetti sacrosanti, dimenticati dalla maggior parte dei decisori politici che governano la nostra sanità…nel nostro piccolo, cerchiamo di ribadirlo con i nostri scritti che, ci auguriamo, arrivino sempre di più ai cittadini, in una sorta di “catena” virtuosa