Sud Pontino, la sanità è allo stremo
Denuncia di Giuseppe Simeone, presto sit-in dei sindaci a difesa dell’ospedale Dono Svizzero
Casa della salute: c’è chi la teme e c’è chi la invoca. I cittadini del Sud pontino insieme ai sindaci sono sul piede di guerra per quella che definiscono “una morte lenta e graduale della sanità pubblica”, cui corrisponde l’affossamento del diritto alla salute “costituzionalmente garantito” e chiedono almeno l’apertura della casa della salute. L’allarme parte dall’ospedale Dono Svizzero di Formia, di cui si paventa il ridimensionamento andando a incidere in primo luogo sulla cardiologia, servizio di cui usufruisce un bacino di oltre 200 mila residenti.
Alle preoccupazioni per la possibile scomparsa di un presidio essenziale, sotto i colpi della spendingreview, fanno da contraltare le polemiche politiche. Il consigliere regionale Giuseppe Simeone, nel denunciare che “la sanità nella provincia di Latina è un colabrodo, segnata da interi reparti che scompaiono, specialità dimenticate, criticità non risolte, carenze di medici, infermieri e tecnici, le emergenze di pronto soccorso e liste di attesa sempre più lunghe”, non lesina critiche a quelle che a suo avviso, sarebbero le tardive recriminazioni del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo che, secondo l’esponente di Forza Italia avrebbe inizialmente preferito appoggiare la propria parte politica piuttosto che guardare alle esigenze dei cittadini.