Tagli oculati per servizi di qualità
Tagli, risparmi, riorganizzazione in sanità. Cittadinanzattiva-Tribunale del malato non è pregiudizialmente contraria ma chiede uno “Stop ai criteri ragionieristici”. A parlare è il coordinatore nazionale Tonino Aceti, sulla base di una ricognizione sul territorio che ha evidenziato criticità che deriverebbero dalla chiusura di 175 ospedali italiani con meno di 120 posti letto, alcuni dei quali hanno visto di recente importanti ristrutturazioni con cospicui investimenti di risorse. In vista dell’attuazione del Patto per la Salute – accordo di programmazione sanitaria per il prossimo triennio sottoscritto dal ministero e dalle Regioni – il “Regolamento sugli standard ospedalieri” è oggetto di confronto istituzionale ma l’associazione di tutela dei cittadini ha inviato il proprio dossier, coinvolgendo anche le competenti commissioni parlamentari, allo scopo di “garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria pubblica accessibile, efficiente, efficace, di qualità e sicura”. Nel Lazio vari provvedimenti hanno drasticamente ridotto i posti letto, sancito chiusure di ospedali specie in provincia e ridotto notevolmente l’offerta di servizi. Il territorio di Latina, ad esempio, ha visto riconvertito in casa della salute l’ospedale di Sezze, mentre Cori e Gaeta sono diventati, rispettivamente ospedale di comunità e di prossimità. Differenze lessicali che per i cittadini assumono un unico significato: più difficoltà per i ricoveri d’urgenza. Emblematica la situazione per l’ospedale Angelucci di Subiaco, incluso nella lista dei “proscritti” ma struttura irrinunciabile, per una popolazione di circa 35mila abitanti di cui un terzo ultra 65enni, distante almeno 50 minuti dal più vicino nosocomio di Tivoli. Cittadinanzattiva propone perciò agli esperti in razionalizzazione, 8 raccomandazioni che hanno, quale premessa, l’asserzione che “la riorganizzazione della rete ospedaliera non può basarsi solo sul numero di posti letto presenti nelle strutture”. Seguono poi altri suggerimenti, legati alla valutazione dei fabbisogni delle comunità locali, a indagini epidemiologiche e alla mappatura dei servizi esistenti in loco, specie se ad alta tecnologia assistenziale, quali l’emodinamica. Il Tdm sollecita inoltre attenzione alle condizioni territoriali in termini di conformazione, mobilità e collegamenti pubblici nonché alla presenza di centri per l’assistenza territoriale, le ambulanze medicalizzate, l’elisoccorso. In primo piano, per l’associazione, la partecipazione delle comunità locali alle scelte: informazione e comunicazione sui cambiamenti e audit civico, cavallo di battaglia con cui Cittadinanzattiva misura costantemente la congruenza dei servizi pubblici alle esigenze della collettività.