Sono arrivati in tanti a Roma, più di 250 tecnici audiometristi associati alla Federazione degli ordini delle professioni sanitarie (Fno, Tsrm e Pstrp), per rivendicare il ruolo di primo piano che compete loro, in un panorama assistenziale sempre più evoluto, sostenuto da tecnologie sofisticate e attento alla prevenzione, elemento essenziale per salvaguardare la salute uditiva. Ė stato ricco di stimoli il primo congresso della Commissione di albo nazionale dei Tecnici audiometristi, che nella giornata del 15 giugno ha affrontato temi di primo piano per la professione e per la sua evoluzione: prevenzione, screening e disturbi auditivi nel periodo neonatale e nella prima infanzia, controlli in età scolare e riabilitazione. “Il nostro impegno è garantire la qualità della vita delle persone con deficit dell’udito e del sistema dell’equilibrio – spiega il presidente Pietro Cino – per questo assicuriamo un’assistenza continua e sofisticata”. Si stima che in Italia vi siano circa 7 milioni di persone con problemi uditivi, e solo un terzo della popolazione ha effettuato controlli mirati negli ultimi 5 anni. Dati recenti dell’Oms sostengono che il 50% dei casi di ipoacusia si potrebbero prevenire attraverso misure di prevenzione adeguata. Per Teresa Calandra, presidente della Federazione delle professioni sanitarie intervenuta al congresso, “I tecnici audiometristi rappresentano una risorsa fondamentale per il servizio sanitario: promuovere la salute uditiva significa favorire la socialità e la pienezza della vita di comunità”. Per questi sanitari, impegnati a garantire valutazioni accurate e personalizzate, si affacciano nuove sfide legate all’impiego dell’intelligenza artificiale (AI). Lo ha evidenziato il rapporto del Parlamento europeo “Artificial Intelligence in healthcare”, che ne sottolinea l’efficacia, che non può essere però privilegiata rispetto ai rischi clinici, sociali ed etici associati a questo strumento “affascinante e tremendo”, per dirla con Papa Francesco. Per questo, a mitigazione di rischi quali potenziali errori, aumento delle disuguaglianze sanitarie, mancanza di trasparenza, violazioni della privatezza e attacchi informatici, la Commissione invoca l’inserimento di un articolo dedicato nel codice deontologico di prossima adozione. E, a completamento di un percorso di innovazione, verso un futuro sanitario con solide sicurezze, consolidate competenze e una consistente dose di autonomia e responsabilità, in linea con quanto sollecitato dal presidente Cino, occorre ribadire l’importanza di un approccio olistico e personalizzato nel trattamento dell’ipoacusia, “garanzia per ogni persona di ricevere le cure più adeguate e avanzate a disposizione”. Perché la sordità è un tema sociale – come evidenziato in una sessione del congresso – e va affrontato diffondendo le tecnologie assistive, attualmente utilizzate soltanto dal 25% dei soggetti che dovrebbero migliorare le proprie capacità uditive.

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