Veneto, telefono in aiuto: il disagio è in famiglia
Il numero verde compie dieci anni e amplia il proprio raggio di azione
Attivato nel 2012, per far fronte alla grave crisi economica che mise in ginocchio migliaia di imprenditori, il numero verde antisuicidi del Veneto 800.33.43.43 fa un passo avanti, amplia il proprio spettro di azione e diventa “Numero verde per la prevenzione dei suicidi e servizio di ascolto psicologico per la gestione delle emergenze della comunità”. Fortemente volto dal presidente della Regione Luca Zaia, il servizio che ha salvato centinaia di vite e ricondotto sulla “carreggiata” migliaia di persone, offre ascolto, consigli, accompagnamento in terapia da parte di esperti psicologi dell’ente locale e consente di tracciare una precisa mappa del disagio. “Nel 2023, primo anno di attività ad ampio spettro – spiega l’assessore alla Sanità e servizi sociali del Veneto Manuela Lanzarin – i risultati sono stati davvero significativi, soprattutto perché il numero interagisce con una corposa rete di servizi territoriali con cui si interfaccia e collabora, nella gestione delle diverse situazioni mettendo al centro l’individuo”. Il servizio centralizzato di ascolto psicologico regionale, già “Progetto Inoltre”, è operativo su tutto il territorio regionale 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 ma non si limita alla risposta ai residenti del Veneto perché si può chiamare da tutta Italia. Delle 2013 chiamate pervenute in poco meno di un anno – dal 1° settembre 2023 al 14 luglio 2024 – l’82% proviene dal Veneto mentre il 17% da altre regioni d’Italia, una percentuale non trascurabile. Il telefono squilla per lo più di giorno: 1588 chiamate (79%) arrivano in orario diurno mente il 21%, ovvero 425 telefonate sono notturne. Con 452 chiamate pari al 27% Padova si colloca al top di questa non entusiasmante classifica, seguita da Vicenza con il 22% di chiamate poi Treviso e Venezia con il 16%. Maggiore serenità si respira a Verona, Rovigo e Belluno – rispettivamente l’11, il 5 e il 3% richieste di consulenza – e la prima motivazione per cui si chiama, nel 27% dei casi, è legata alle difficoltà nei rapporti familiari e interpersonali. Non mancano difficoltà legate a mancanza di prospettive future e i propositi relativi a pensieri suicidari e autolesionistici ma arrivano anche richieste di aiuto riferite a marginalità sociale. La fascia di età centrale, dai 31 ai 50 anni è quella più presente nella richiesta di consulti (39%) e, sorprendentemente gli over 70 si collocano in fondo alla classifica con richieste di aiuto nell’8% dei casi. Gli adulti dai 51 ai 70 anni ammontano al 26% dei chiamanti mentre i giovani tra i 22 e i 30 anni sono il 20%. I dati sono stati resi noti nel corso della presentazione in Regione del libro che racconta i dieci anni di attività di questo prezioso servizio, totalmente gratuito e accessibile a tutti, che è arrivato ad assumere la connotazione di un welfare di comunità, con l’assistenza psicologica assicurata, nel decennio, a circa 15 mila persone e la presa in carico, con percorsi dedicati, di 1066 cittadini.