Sono notevoli le differenze tra le Regioni nella rendicontazione dei tempi di attesa sulle prestazioni ambulatoriali del Servizio Sanitario Nazionale. Soltanto sei Regioni svettano per la trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa per le prestazioni sanitarie e il Sud si rivela in difficoltà: la Puglia è l’unica Regione promossa nel Mezzogiorno. È il risultato di un’analisi della Fondazione Gimbe – gruppo di indagine sanitaria basata sulle evidenze – presentata a Bari il 19 settembre, in occasione del Forum Mediterraneo Sanità, su completezza e trasparenza delle informazioni presenti nei siti web di Regioni e Province autonome e sulla semplicità e accessibilità delle modalità di prenotazioni nei centri di prenotazione regionali (Cup). «I tempi di attesa – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – sono oggi il sintomo più grave ed evidente della crisi organizzativa e professionale del Servizio sanitario nazionale. Questo crea pesanti disagi per i pazienti, peggiora gli esiti di salute e fa lievitare la spesa privata, che impoverisce le famiglie e può portare anche a rinunciare alle cure. Paradossalmente, a fronte della rilevanza del problema, non esiste una rendicontazione pubblica completa e trasparente sui tempi di attesa». Il recente decreto-legge “Liste di attesa”, approvato dal governo, ha previsto l’istituzione, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), della piattaforma nazionale per le liste di attesa per monitorare in modo rigoroso, analitico e uniforme i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in tutte le Regioni italiane. «La piattaforma – spiega Cartabellotta – rappresenta l’unica vera novità del decreto, ma la sua realizzazione dipende strettamente dall’eterogeneità e dalla trasparenza delle piattaforme regionali sulle liste di attesa e, ancor prima, dalla pubblicazione di linee guida nazionali che devono ancora essere definite da un decreto attuativo». Il Piano Nazionale di Gestione delle Liste di Attesa (Pngla) 2019-2021, aveva già previsto che i siti web regionali e aziendali pubblicassero informazioni sui tempi di attesa. Tuttavia, solo il 25 gennaio 2024 è stato siglato l’accordo Stato-Regioni sulle linee di indirizzo “Requisiti e monitoraggio delle sezioni dedicate ai tempi e alle liste di attesa sui siti web di regioni, province autonome e aziende sanitarie”, che stabilisce le modalità per rendere queste informazioni accessibili ai cittadini. «In attesa del monitoraggio ufficiale del ministero della Salute – continua il presidente – la Fondazione Gimbe ha scattato una prima istantanea sulla completezza e trasparenza dei dati pubblicati da regioni e province autonome relativi al monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa, che rileva in un determinato periodo la differenza in giorni tra data di prenotazione e data assegnata per l’erogazione della prestazione. L’obiettivo dell’analisi non è quello di creare una “classifica” tra le Regioni, bensì di identificare le aree di miglioramento dei loro portali web con l’obiettivo di renderli davvero trasparenti e fruibili per i cittadini». È stata inoltre effettuata una mappatura dei portali regionali di prenotazione delle prestazioni, confrontando le opzioni di accesso fornite ai cittadini. «La valutazione dei siti web delle Regioni sul monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa – conclude Cartabellotta – evidenzia una situazione molto variegata con rilevanti margini di miglioramento. Su questo fronte, in attesa della Piattaforma Nazionale, per numerose regioni la trasparenza è ancora un lontano miraggio: solo sei su ventuno (inclusa la provincia autonoma di Bolzano, ndr) offrono infatti tutte le informazioni oggetto di valutazione. Eppure, la trasparenza è fondamentale per permettere ai cittadini di comprendere appieno la gestione della sanità nella propria Regione: dati chiari sui tempi di attesa, classi di priorità e confronti tra Aziende sanitarie sono elementi essenziali per facilitare scelte consapevoli e rafforzare la fiducia nei servizi offerti. I cittadini hanno il diritto di conoscere le prestazioni monitorate, i tempi medi di attesa e se la propria Regione rispetta gli standard stabiliti. Inoltre, è fondamentale che le modalità di prenotazione siano semplici e accessibili. Solo con una totale trasparenza e una maggiore accessibilità si può migliorare il rapporto tra cittadini e servizio sanitario, garantendo un accesso rapido e informato alle cure». (Agenpress) Per approfondimenti: https://gimbe.org/

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