Territorio, seguiamo esempi virtuosi

di Luigi Zulli *

Inizio la mia disquisizione con una constatazione lapalissiana: chiudiamo la stalla dopo che buoi e vacche grasse sono scappati. Rincorrere innovazioni tecnologiche ed esigenze di mercato ha fatto cadere nell’oblio la programmazione e una previsione di chiara evidenza: l’allungamento della vita e l’insorgere di patologie croniche da curare al domicilio del malato. Si è privilegiata una sanità “ospedalocentrica” con il miraggio dell’ottimizzazione della cura per singola patologia e del benessere a tutti i costi, cui non fa riscontro lo sviluppo della rete dei servizi extraospedalieri, gli unici in grado di filtrare gli accessi al pronto soccorso. Il suo sovraffollamento testimonia le funzioni improprie che spesso svolge. In tempi di spending review i tagli si abbattono in primis sugli organici, sempre più esigui e impossibilitati a soddisfare in modo adeguato la crescente domanda dovuta a carenti risposte in fase extraospedaliera. Qui i cittadini, trovano assistenza polispecialistica 24 ore su 24. L’ospedale è la struttura del pianeta sanità che si è evoluta continuamente: se alla fine del XIX secolo era il luogo in cui andare a morire, nel XX, con l’inarrestabile sviluppo tecnologico è diventato luogo di cura in cui si è ridotta drasticamente la mortalità per patologie critico-acute. Si pensi all’infarto acuto del miocardio, il cui esito infausto si è ridotto al 5 per cento dei casi. Purtroppo, in Italia e non solo, dopo gli anni ’90 si è trascurato il finanziamento agli ospedali, cui si è aggiunto ora il taglio scriteriato di posti letto, che porta alla deriva minando l’unica istituzione garanzia di assistenza continuativa di elevato livello scientifico e tecnologico. Considerato l’odierno quadro epidemiologico, è necessario potenziare il territorio, i distretti sanitari e il lavoro dei medici di famiglia. Occorre rivedere i modelli organizzativi delle cure primarie (UCP) e progettarle sul modello di realtà che funzionano come la Toscana. Il medico di medicina generale dovrà verificare il livello di autosufficienza di un paziente sempre più anziano, controllare specifiche patologie cardiovascolari e respiratorie e attivare in caso di bisogno, l’idonea presa in carico, segnalare situazioni di solitudine e isolamento, garantire l’assistenza terapeutica e farmacologica mirata al corretto uso dei farmaci sia come consumo che come controllo nell’assunzione. E infine un richiamo filosofico ed etico: insieme si deve risanare una società che ha smarrito i valori. Se ciascuno rispettasse, nella sfera di propria competenza, il settimo comandamento, sarebbe compiuto un grandissimo passo avanti, nell’interesse di tutti

*Direttore Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Azienda Ospedaliera San Filippo Neri

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