Ticket e livelli di assistenza, primi step per il ministro
“La sanità non è un problema ma un’opportunità, un volano e una risorsa per risolvere la crisi”. E’ incoraggiante l’esordio del ministro Renato Balduzzi che, nel corso del convegno “Le nuove sfide del sistema sanitario nazionale”, organizzato il 24 novembre alla biblioteca del Senato, ha espresso parole di apprezzamento per il comparto salute manifestando la volontà di cercare soluzioni condivise e di lavorare in rete, in uno scambio continuo di esperienze. Presidente dell’Agenas – agenzia ministeriale per i servizi sanitari regionali – il responsabile del dicastero della Salute ha una solida esperienza presso gli uffici di lungotevere Ripa. Capo del legislativo dal 1997 al 99 – ministro Rosy Bindi – è attualmente ordinario nella facoltà di Giurisprudenza della Cattolica di Milano e promotore di movimenti e riviste di area cattolico-sociale. Ha inoltre incarichi in organismi di valutazione e controllo in aziende ospedaliere e, intervenendo sui temi prioritari da affrontare, ha messo al centro la possibile rimodulazione del ticket sulle prestazioni e la revisione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), per cui esiste “un documento fermo da molto tempo per ragioni serie, che deve essere recuperato”. Rispetto alle eventuali risorse sostitutive del mai digerito balzello su visite e analisi, avanza una proposta il senatore Ignazio Marino, chirurgo presidente della commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale: “tassiamo il fumo. Con 50 centesimi in più sul pacchetto di sigarette – suggerisce l’esponente del Pd – potremmo addirittura investire risorse per ammodernare gli ospedali. Si tratta soltanto di approvare un disegno di legge sul fumo, firmato da me e dal senatore Pdl Antonio Tomassini, inspiegabilmente fermo da oltre un anno in commissione Bilancio del Senato”.
“Lea e prevenzione sono un optional per i cittadini”
“I livelli essenziali di assistenza si vanno trasformando da ciò che deve essere garantito dallo Stato, in ciò che può essere garantito, sulla base delle risorse disponibili. Vale a dire che la prevenzione e la cura delle malattie stanno diventando solo un optional per chi ha disponibilità sufficienti di denaro”.
Una bocciatura senza attenuanti per la sanità del Lazio da parte di Gianni Romano, segretario dell’organizzazione sindacale autonoma, che rilancia le parole del ministro della Salute chiamando in causa Renata Polverini, presidente e commissario alla Sanità regionale.
“La presidente – incalza Romano – chieda al ministro di fare chiarezza sul senso delle proprie affermazioni. Le rinnoviamo l’invito al affinché si impegni da subito a presentare un programma di rimodulazione dei ticket al ribasso. E al contempo provveda a mettere in campo quei provvedimenti che vincolano le aziende sanitarie a rispettare i tempi di attesa nei distretti e nelle Asl. Siamo infatti arrivati a intervalli fra prenotazione ed esame che oltrepassano sempre i 40 giorni e per le visite specialistiche di controllo si può aspettare fino ai 600. Un’assurdità che si trasforma in paradosso: servizi e risposte sempre più lenti a costi sempre più elevati che inducono i pazienti a cercare altre soluzioni
più puntuali e meno costose che certificano il fallimento dell’assistenza pubblica. Aspettiamo quindi dal nuovo ministro Balduzzi e dalla presidente Polverini un segnale di equità e di buon governo. Diversamente – conclude Romano – la nostra organizzazione ricorrerà a forme di protesta, non esclusa la messa in campo dello sciopero bianco, rifiutando ogni prestazione di lavoro straordinario attinente la riscossione delle tasse sulla salute”.